Romano Prodi a Today. Sabato 18 giugno alle 23.30 su Tv2000
Brexit: Romano Prodi ospite di Andrea Sarubbi a Today sabato 18 alle 23.30 e in replica domenica 19 giugno alle 9.40 su Tv2000.
Sessant’anni fa la Gran Bretagna premeva per il libero scambio in Europa, quarantatré anni fa aderiva alla Comunità economica europea e nel 1992 era tra i firmatari del trattato di Maastricht, che un anno dopo diede vita all’Unione. Oggi è alla vigilia di un referendum cruciale per il suo futuro e per quello dell’Europa stessa, che – se vincessero i no all’Ue – perderebbe un pilastro.
Brexit, Prodi: “Uscita Gb non sarebbe tragedia economica”
Ex presidente Commissione europea a Tv2000: “Singoli Paesi europei sono finiti se vogliono fare da soli”
“Voterei affinché la Gran Bretagna rimanga nell’Unione europea ma le conseguenze economiche non sarebbero così tragiche. Le frontiere commerciali resteranno comunque aperte”. Lo ha detto Romano Prodi ospite del programma ‘Today’ condotto da Andrea Sarubbi in onda sabato 18 giugno alle ore 23.30. All’interno della puntata spazio al reportage sulla Brexit curato dall’inviato Giorgio Schiavoni che ha raccolto la testimonianza di economisti pro e contro ma anche giornalisti, cittadini e il silenzio degli operatori finanziari della City a cui è stato espressamente vietato di parlare con i media. La fotografia di un paese spaccato letteralmente in due.
Anche se la Gran Bretagna dovesse uscire dall’Ue, ha sottolineato l’ex presidente della Commissione europea, “il libero scambio credo che sarà comunque mantenuto. In questi giorni si sta facendo una tragedia eccessiva sull’uscita della Gran Bretagna dall’Europa dal punto di vista economico. La sua uscita certamente non sarebbe positiva”.
“Siamo già in un’Europa a due velocità – ha osservato Prodi – sia che la Gran Bretagna esca o rimanga perché le condizioni con cui Cameron ha contrattato a Bruxelles per aiutare il no all’uscita sono tali che la Gran Bretagna sarà comunque diversa dagli altri paesi europei anche in futuro. Siamo già in un’Europa a due velocità per questo alcuni paesi dovrebbero fare un salto in avanti e unirsi in modo più forte altrimenti non conteremo niente nel mondo”.
“La campagna in Gran Bretagna – ha aggiunto Prodi – è di una durezza estrema. Si ha la sensazione che il popolo inglese giochi la sua ultima carta. L’assassinio della giovane deputata Jo Cox non me lo sarei aspettato ma non è una sorpresa il clima di tensione perché è la Gran Bretagna profonda che non ha ancora deciso se essere di qua o di là dell’Atlantico. Nella mia esperienza europea l’ho sempre sentita questa difficoltà britannica di sentirsi parte di una grande squadra”.
“La Gran Bretagna – ha proseguito Prodi – ha le sue virtù economiche, militari (ha il miglior esercito in Europa) e un’immagine nel mondo importantissima. Il referendum significa che la Gran Bretagna non ha ancora deciso cosa fare da grande, è diviso in due. La Gran Bretagna non ha più un impero, oggi l’impero è quello americano e cinese. Qualche britannico ancora pensa di poter avere un ruolo autonomo nel mondo ma questo non ce lo può avere neanche la Germania. I singoli paesi europei sono finiti se vogliono fare da soli”.
“Oggi al Referendum sulla Brexit – ha concluso Prodi – Churchill voterebbe per stare dentro mentre la Thatcher per stare fuori”.
Ue, Prodi: “Tornare alla Lira è soluzione suicida”
Ex presidente Commissione europea a Tv2000: “Ue indietro perché iniziata Europa della paura”
“Tornare alla Lira sarebbe la soluzione di colui che vuole suicidarsi. Il cambio tra Lira e Euro a 1936,27 era il massimo che potessimo ottenere e leggendo i giornali dell’epoca erano tutti contentissimi”. Lo ha detto Romano Prodi ospite del programma ‘Today’ condotto da Andrea Sarubbi in onda sabato 18 giugno alle ore 23.30.
Ai tempi della presidenza in Commissione europea dal 1999 al 2004, ha ricordato Prodi, “o si correva o si sfasciava tutto perché cominciavano ad arrivare le tensione nazionalistiche. C’era il tentativo di indebolire la Commissione e il Parlamento europeo, cioè gli organi sovranazionali, per rafforzare i singoli Paesi. Era il momento di andare avanti o indietro. Io ho preferito andare avanti e con l’allargamento mi sono addirittura buttato in avanti. Siamo passati da 15 a 25 Paesi chiudendo il dramma dell’Unione Sovietica”.
“L’Europa è andata indietro – ha aggiunto Prodi – perché è cominciata l’Europa della paura sui migranti, sulla crisi economica che ha distrutto la solidarietà, sull’iniqua distribuzione del reddito che ha distrutto la classe media. Il problema non è stato certo l’allargamento dell’Europa ma le politiche successive e il fatto di non decidere insieme. L’America ha vissuto la crisi ma è uscita subito perché ha preso decisione unitarie. Noi divisi ci siamo rovinati”.
17 Giugno 2016