Squinzi: “Attività economica Italia in calo. Dal 2007 produzione -25%”
Squinzi: “Attività economica Italia in calo. Dal 2007 produzione -25%”
Il presidente di Confindustria a Tv2000: “Con Mattarella deciso di puntare su export. Per mercato interno servono le Riforme”
Roma, 11 marzo 2016 – “In questo momento il problema è che l’attività economica del nostro paese è calata. Se prendiamo il 2007 come anno di riferimento, la produzione è calata del 25% e il PIL è calato di 9 punti”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a Soul, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda sabato 12 marzo 2016 alle ore 12.15 e 20.30 e alle ore 19 su inBlu Radio.
“Questa purtroppo – ha aggiunto Squinzi – è la situazione in cui ci troviamo a combattere in questo momento. Io mi auguro che presto non ci sia più la necessità di costringere una parte dei nostri giovani di andare a cercare opportunità all’estero”.
“Con il Presidente della Repubblica – ha raccontato Squinzi – abbiamo parlato della necessità di puntare sull’export. Il nostro paese l’anno scorso ha fatto un record in termini di esportazioni per un totale di 500 miliardi di nostri prodotti esportati. Allo stesso tempo non possiamo prescindere quel 25% che ci manca rispetto al 2007 nel mercato interno, quindi dobbiamo concentrarci e farlo ripartire. E per far ripartire il mercato interno bisogna innanzitutto realizzare le riforme politico, amministrative, burocratiche che frenano purtroppo il nostro paese. Quello che io dico spesso è: dateci un paese normale, alla pari degli altri paesi e con lo stesso apparato normativo burocratico, e credo che noi italiani sapremmo far vedere cosa siamo capaci di fare”.
Crisi, Squinzi: “Italia a galla grazie alla testa degli imprenditori”
Il presidente di Confindustria a Tv2000: “Dopo 4 anni di Confindustria torno sereno in azienda”
Roma, 11 marzo 2016 – “Siamo un paese che non ha materie prime, che non ha fonti energetiche, un paese dove per altro il costo del lavoro è fra i più alti al mondo però riusciamo a stare a galla perché utilizziamo una cosa molto particolare: la materia grigia che c’è nella testa degli imprenditori e collaboratori italiani e da questo punto di vista direi che non siamo inferiori a nessuno”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a Soul, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda sabato 12 marzo 2016 alle ore 12.15 e 20.30 e alle ore 19 su inBlu Radio.
Squinzi, alla guida di Confindustria dal 2002 e in scadenza di mandato, ha inoltre voluto fare un breve bilancio della sua presidenza: “La cosa più bella che porto con me di questi ultimi 4 anni è una migliore conoscenza degli imprenditori italiani e delle straordinarie capacità che ci sono nel nostro paese. Dopo 4 anni di Confindustria rientro molto serenamente e tranquillamente in azienda, tra l’altro in un momento in cui il nostro gruppo sta crescendo ancora verticalmente e quindi di cose da fare ne avrò tante”.
Papa, Squinzi: “Incontro non dovuto. In Confindustria non era mai accaduto”
Il presidente di Confindustria a Tv2000: “Non ho avuto timore a incontrare il Pontefice”
Roma, 11 marzo 2016 – “L’incontro fra Confindustria e il Santo Padre non era dovuto. In 106 anni di vita di Confindustria non era mai accaduto”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a Soul, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda sabato 12 marzo 2016 alle ore 12.15 e 20.30 e alle ore 19 su inBlu Radio.
“Ciò che mi ha spinto a chiederlo – ha aggiunto Squinzi – è stata l’ attenzione riservata da Papa Francesco alle imprese e alla capacità di creare occupazione, e solidarietà fra i componenti della società. È stato un evento straordinario, molto apprezzato da tutti i nostri associati, che erano più di 7000. Non ho avuto il timore di incontrare il papa, che solitamente striglia con forza il mondo dell’economia: perché ci siamo resi totalmente disponibili e coscienti del fatto che l’impresa sia un fattore fondamentale per creare solidarietà, benessere civile, sociale, economico e culturale. E’ stato un incontro che va al di là della fede”.
“Trattengo dalle parole del papa – ha proseguito Squinzi – il suo costante richiamo alla giustizia, che forse in molti anni è stato sottovalutato, dicendo no alla corruzione, no alle raccomandazioni. E’ una lezione che ho imparato da mio padre che mi diceva sempre ‘Mai prendere delle scorciatoie’ e credo che questa sia la strategia corretta perché chi prende scorciatoie prima o poi ne subisce le conseguenze negative. Noi non l’abbiamo mai fatto nella nostra storia, cerchiamo di continuare su questa linea e quando ci accorgiamo che qualche collaboratore devia da questa impostazione interveniamo subito”.
Squinzi: “Mi dà più visibilità il Sassuolo che Confindustria”
Il presidente di Confindustria a Tv2000: “Il Sassuolo è modello impresa italiana che funziona”
Roma, 11 marzo 2016 – “Dà più visibilità il fatto di essere il proprietario del Sassuolo Calcio che non il presidente di Confindustria. Quando mi capita di essere in centro a Milano noto che la gente mi riconosce più per questo che non per essere il presidente di Confindustria, quindi tutto è relativo”. Lo ha detto il presidente di Confindustria e del Sassuolo Calcio, Giorgio Squinzi, a Soul, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda sabato 12 marzo 2016 alle ore 12.15 e 20.30 e alle ore 19 su inBlu Radio.
“Il Sassuolo Calcio – ha sottolineato Squinzi – è nata come una sponsorizzazione pubblicitaria, nel senso che il distretto delle ceramiche di Sassuolo è uno dei fattori che hanno permesso il nostro gruppo di diventare internazionale, è come pagare un debito di riconoscenza”.
Il presidente Squinzi ha inoltre spiegato di aver “preso il Sassuolo, che era una piccola squadra retrocessa in Promozione. L’abbiamo sistemata ed è passata subito in C2 e da lì è salita fino alla serie A. Io non sono un decoubertiniano, a me non soddisfa partecipare, io possibilmente vorrei sempre vincere”.
“Il Sassuolo – ha concluso Squinzi – è un po’ il modello di impresa italiana che funziona, legato al territorio, piccolo, con molti italiani. Su 26 giocatori a contratto abbiamo 23 italiani e 3 stranieri. Ci è capitato invece di giocare con squadre in cui c’erano 11 stranieri su 11. Non perché io ce l’abbia con gli stranieri, però credo che sia una buona cosa essere omogenei, compatti, e penso che questo offra anche un vantaggio perché quando gli allenatori danno gli schemi se tutti si capiscono e non hanno barriere linguistiche i risultati sono sicuramente migliori”.
11 Marzo 2016