Venezuela, Leopoldo Lopez Gil: “Vaticano visiti prigionieri politici torturati”
Roma, 03 maggio 2016 – “Voglio fare una petizione al Vaticano e in particolare al nunzio in Venezuela affinché vadano a visitare i prigionieri politici torturati. Sono chiusi in carcere e da anni non vedono la luce del sole”. Lo ha chiesto Leopoldo Lopez Gil, il padre del leader dell’opposizione in Venezuela ospite del programma ‘TGtg’ su Tv2000. Leopoldo Lopez Gil è in questi giorni in Italia per una campagna di sensibilizzazione sulla grave crisi politica, sociale ed economica del Venezuela.
“E’ una situazione molto triste – ha sottolineato Lopez Gil – Un paese ricco, a causa di una pessima amministrazione e un governo disonesto, ha sottoposto la maggior parte della popolazione ad un grave stato di povertà, dove non si riescono ad avere gli elementi necessari per vivere comprese le medicine per curarsi. Stiamo vivendo in un paese dove l’80% della gente è povera. Più che una crisi politica siamo di fronte ad un’amministrazione disonesta che ha rubato il denaro del popolo, precisamente 300 mila milioni di dollari. Questo viene chiamato il socialismo del 21° secolo quello a cui si sono ispirati Chavez e oggi Maduro. Quest’anno abbiamo un’inflazione dell’800% mentre l’anno scorso ha superato il 300%”.
“Mio figlio Leopoldo – ha ricordato Lopez Gil – è in carcere dal febbraio 2014 e lo hanno condannato a 14 anni di prigione per i suoi discorsi. Non ci sono prove per la condanna, non gli hanno permesso di presentare testimoni, periti o prove. Ha solo la possibilità di essere visitato dai suoi parenti più stretti. Mio figlio ha anche pubblicato un libro dal titolo ‘Prigioniero ma libero’ che è uscito clandestinamente dal carcere con l’aiuto della sorella. Lui nel libro scrive che quando la mattina sente gli uccelli cantare sente volare anche le sue idee. Con il tempo il libro sarà pubblicato anche in italiano”.
“Dalla morte di Chavez in Venezuela – ha proseguito – le cose sono cambiate in peggio perché il presidente Maduro è stato incapace di amministrare il Paese: s’è sviluppata la corruzione, la disonestà e la mancanza di rispetto dei diritti umani”.
“Al Venezuela – ha concluso – serve un miracolo ma spero soprattutto in un cambio di governo che possa portare persone capaci e che in poco tempo possano far tornare il Paese a sfruttare le proprie ricchezze affinché tutti possano vivere in pace. La settimana scorsa abbiamo raccolto un numero sufficiente di firme per chiedere un Referendum. Il presidente dovrebbe dimettersi e convocare nuove elezioni presidenziali”.
3 Maggio 2016