“La storia plurisecolare della vostra Patria manifesta il radicamento nei valori espressi dalla sua cultura, dalla sua lingua e dalle sue tradizioni, inserendo il Paese a pieno titolo e in modo fecondo e peculiare nell’alveo della civiltà europea; nel medesimo tempo, come evidenzia la sua posizione geografica, esso è quasi un ponte naturale tra l’Europa e l’Asia, una cerniera che facilita le comunicazioni e le relazioni tra i popoli, che ha reso possibili nel corso dei secoli sia i commerci che il dialogo e il confronto delle idee e delle esperienze tra mondi diversi”. Queste le parole di Papa Francesco nel suo primo discorso ufficiale in occasione del viaggio apostolico in Georgia e Azerbajian.

“Occorre che tutti abbiano a cuore in primo luogo la sorte dell’essere umano nella sua concretezza e compiano con pazienza ogni tentativo per evitare che le divergenze sfocino in violenze destinate a provocare enormi rovine per l’uomo e la società. Qualsiasi distinzione di carattere etnico, linguistico, politico o religioso, lungi dall’essere usata come pretesto per trasformare le divergenze in conflitti e i conflitti in interminabili tragedie, può e deve essere per tutti sorgente di arricchimento reciproco a vantaggio del bene comune”. Così Papa Francesco nel  discorso pronunciato nell’incontro con le Autorità e il Corpo Diplomatico della Georgia. “Ciò esige che ciascuno possa mettere pienamente a frutto le proprie specificità, avendo anzitutto la possibilità di vivere in pace nella sua terra o di farvi ritorno liberamente se, per qualche motivo, è stato costretto ad abbandonarla – ha aggiunto il pontefice -. Auspico che i responsabili pubblici continuino ad avere a cuore la situazione di queste persone, impegnandosi nella ricerca di soluzioni concrete anche al di fuori delle irrisolte questioni politiche. Si richiedono lungimiranza e coraggio per riconoscere il bene autentico dei popoli e perseguirlo con determinazione e prudenza, ed è indispensabile avere sempre davanti agli occhi le sofferenze delle persone per proseguire con convinzione il cammino, paziente e faticoso ma anche avvincente e liberante, della costruzione della pace”.

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presidenteA salutare Papa Francesco il Presidente della Repubblica Georgia, Giorgi Margvelashvili, che nel cortile del palazzo presidenziale di Tbilisi, ha detto: “È un fatto che colpisce profondamente anche il mio Paese e credo che il coinvolgimento della comunità internazionale, l’unità, la ferma volontà politica di non riconoscere questo stato di cose e di non tollerare l’aggressione saranno garanti della liberazione delle zone occupate del nostro Paese e della pace nella nostra regione”, ha proseguito il presidente. “La via scelta dalla Georgia è la via della pace, della cooperazione e della pazienza; è la via che ci condurrà senz’altro alla riunificazione del Paese – ha assicurato -. Santità, la sua visita in Georgia è un altro richiamo alla pace. Sono fiducioso che questa visita rafforzi non solo la collaborazione tra la Santa Sede la Georgia, ma sia anche un forte messaggio per garantire la sicurezza e il benessere nella regione”.

30 Settembre 2016

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