Da quattro anni si combatte, ma nell’ultimo anno e mezzo la guerra si è allargata, ora bande armate si contendono il territorio non facendo neppure più diretto riferimento alla guerra scoppiata fra i dinka del Presidente Salva Kiir e i nuer di Riek Machar il vicepresidente destituito. È una crisi dei bambini rifugiati, il 63% della popolazione sud sudanese ha meno di 18 anni e molti dei bambini che arrivano qui sono non accompagnati, separati e fortemente traumatizzati.
Un viaggio incontro con i profughi sud sudanesi fra i campi di Imvepi, Rhino e Bidi Bidi. Gli insediamenti non sono concertati ma diffusi in un ampio territorio, mescolati alla popolazione locale. In tanti fanno i mattoni, e si costruiscono capanne in muratura e paglia, segno di una prospettiva di permanenza, ma anche di integrazione: gli stili di vita degli ugandesi del nord sono simili a quelli dei sudsudanesi che arrivano.
L’acqua è la sfida principale, specialmente durante la stagione secca. L’Uganda è un Paese ricco d’acqua grazie ai grandi laghi e al Nilo, che però dista 70, 100 km da queste zone. Questo comporta un via vai continuo di autocisterne e tante spese. L’acqua è una delle priorità dei progetti di cooperazione di quest’area di emergenza.