Un doposcuola o un centro per l’impiego, un laboratorio per i vestiti usati o un punto di ascolto: sono innumerevoli i modi in cui anche i giovani possono lasciare il segno nelle proprie comunità. È per premiare questa creatività nel sociale, anche delle nuove generazioni, che torna per la quinta volta il concorso «I feel Cud», promosso per il quinto anno dal Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. La storia da Latina di un laboratorio di fiducia per studenti in difficoltà.

Ognuno può fare qualcosa per gli altri e insieme si possono realizzare i sogni di tutti. Come nel «Cerchio della vita». Si chiama proprio così il progetto promosso dal gruppo «Lab-Oratorio del Vangelo» della parrocchia di San Luca a Latina, tra i vincitori della scorsa edizione di «I feel Cud». L’idea era quella di far fronte all’abbandono scolastico, dando una mano ai tanti ragazzi di due quartieri periferici, separati dal centro dalla strada statale Pontina, popolosi e mancanti di punti di aggregazione e servizi. Grazie al premio vinto, racconta Stefania Falchi, 23 anni, caposquadra del team che si è occupato di raccogliere le schede allegate al Cud, «abbiamo potuto allargare il doposcuola gratuito anche agli studenti delle scuole superiori che non possono permettersi ripetizioni private. Attualmente – spiega – sono impegnati dei volontari, ma speriamo di poter affiancare al più presto alcuni professionisti». Insieme ai giovani della parrocchia e del doposcuola, poi, aggiunge Stefania, «stiamo allestendo il musical “Forza venite gente” che porteremo in scena il 28 giugno. Il ricavato – conclude – servirà come autofinanziamento per partecipare alla Gmg di Cracovia».

8 Maggio 2015

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