Papa Francesco accende una delle migliaia di candele della campagna mondiale per i cristiani in Siria
“Preghiamo e aiutiamo i cristiani a rimanere in Siria e in Medio Oriente come testimoni di misericordia, perdono e riconciliazione”: il Papa ha aderito alla campagna mondiale “Candele per la pace in Siria”. E lo ha fatto con questo gesto.
“Vorrei fare mia la speranza di pace dei bambini della Siria, dell’amata Siria, – ha detto il Papa – martoriata da una guerra che dura ormai da otto anni. Per questo, aderendo all’iniziativa di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, accenderò ora un cero, insieme a tanti bambini che faranno lo stesso, bambini siriani e tanti fedeli nel mondo che oggi accendono le loro candele”.
Il Papa ha chiesto alle migliaia di pellegrini di pregare per la pace in Siria e per i cristiani che hanno deciso di rimanere nel paese.
“Preghiamo e aiutiamo i cristiani a rimanere in Siria e in Medio Oriente – ha continuato il Papa – come testimoni di misericordia, di perdono e di riconciliazione”.
La campagna “Candele per la pace in Siria” è iniziata pochi giorni fa in parrocchie e scuole come questa in Siria.
Nelle città colpite dalla guerra come Homs, Aleppo e Damasco, le principali vittime del conflitto hanno decorato le candele e le hanno accese per chiedere la pace nel loro paese.
Ora quelle candele stanno girando il mondo per ricordare la loro drammatica situazione e raccogliere aiuti.
La candela accesa da Francesco ha la sua storia. È stata preparata da suor Annie Demerjian insieme ad un artigiano del quartiere Bab Touma, situato nel centro storico di Damasco. Rappresenta i volti di circa 40 bambini di Aleppo.
Suor Annie è una delle protagoniste di questa campagna della Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre.
Questa organizzazione incoraggia tutto il mondo ad unirsi al gesto del Papa ed a sostenere i cristiani in Siria durante questo Natale.
Con i proventi di questa campagna sperano di sostenere le famiglie che non hanno lasciato la Siria, affinché il cristianesimo non scompaia da questo Paese. Prima della guerra erano il 10% della popolazione, e ora sono solo il 3%.
5 Dicembre 2018