Roma, 27 marzo – “Ma come può Donald Trump dire; se non accettate un accordo, a Gaza ci sarà un inferno.. Mi scusi presidente ma ci sono degli esseri umani a Gaza. Per questo non penso che Trump ci aiuterà risolvere i nostri problemi interni”. Lo ha detto il Presidente emerito della Corte Suprema israeliana, Aharon Barak, al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in una intervista concessa a Alessandra Buzzetti, corrispondente da Gerusalemme.
“Penso – ha aggiunto Barak – che stiamo attraversando la peggiore crisi della storia dello Stato di Israele, siamo in guerra su sette fronti diversi, e l’ottavo fronte è la battaglia per continuare ad essere una democrazia liberale. La gente è stanca, scende in piazza a manifestare, ma finora sono proteste solo contro il Governo, il mio timore è che quando inizieranno a scendere in strada i supporter del Governo potremmo anche vedere il sangue per le strade, per questo insisto: dobbiamo trovare un accordo condiviso”.
“Volete cambiare il sistema giudiziario? Va bene, ma discutiamone, – ha concluso Barak – facciamo un Comitato che rappresenti le diverse anime, ma il Governo ha rifiutato. E non si possono licenziare il capo dei servizi segreti e il procuratore generale perché ti dicono che alcuni tuoi atti sono illegittimi. E’ il loro dovere.
Il problema è poi più generale, anche negli Stati Uniti sta saltando il bilanciamento tra potere politico e giudiziario, mentre le principali istituzioni giudiziarie internazionali sono sempre più deboli, come lo è diritto umanitario”.

Aharon Barak ha fatto la storia di Israele. Avvocato e giurista nato in Lituania, emigrato con la sua famiglia  nella Palestina mandataria nel 1947,  è stato Presidente della Corte Suprema di Israele dal 1995 al 2006. In precedenza, Barak è stato Giudice della Corte Suprema di Israele dal 1978 al 1995 e prima ancora Procuratore Generale di Israele dal 1975 al 1978. Sopravvissuto all’Olocausto, è stato “l’eroe di Camp David” nel 1978: l’allora premier israeliano Menachem Begin (Premio Nobel per la pace) lo chiamò per negoziare i colloqui di pace con l’Egitto.  E’  il giudice israeliano nominato dal premier Netanyhau per esaminare le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica contro Israele dinanzi alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aia.

 

27 Marzo 2025

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