30 aprile: III Domenica di Pasqua
L’omelia, a carattere mistagogico, sappia annunciare e celebrare la presenza del Risorto che anche oggi parla alla sua Chiesa, aiutandola a comprendere tutto quello che si dice di lui nelle Scritture, e si fa riconoscere nello spezzare il pane. Il richiamo di papa Francesco a proferire «parole che fanno ardere i cuori» (Evangelii gaudium, 142-144), evidentemente allusiva dell’episodio evangelico odierno, è un invito ad uno stile omiletico non soltanto attento alla correttezza dei contenuti, ma anche alla bellezza e alla “cordialità” della forma.
La preghiera dei fedeli può contemplare quale risposta comune dell’assemblea la supplica dei due discepoli di Emmaus: «Resta con noi, Signore».
Particolare risalto si dia alla litania dell’Agnello, autentica invocazione a Cristo, «agnello senza macchia e senza difetti» (1Pt 1,19, seconda lettura), il cui sangue prezioso ci ha liberati. Si salvaguardi la natura litanica di questo canto: mentre il sacerdote spezza il pane, l’invocazione viene cantata dalla schola o dal cantore, con la risposta del popolo (Ordinamento Generale del Messale Romano, 83).
( Fonte Sussidio CEI – Pasqua 2017, a cura dell’Ufficio Liturgico Nazionale)
30 Aprile 2017