BellanovaRoma, 31 agosto 2015 – “In questo momento la decisione più pregnante del governo è quella di far partire la cabina di regia con l’elenco delle aziende che si impegnano effettivamente a non fare ricorso al caporalato. Il secondo punto è quello, sul quale stiamo lavorando insieme al ministero dell’Agricoltura e il ministero della Giustizia, di estendere il reato di riduzione in schiavitù non solo ai caporali ma anche a quegli imprenditori che fanno ricorso ai caporali”. Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. La Bellanova da oltre quarant’anni combatte la battaglia contro i caporali. Nel 1975 da giovane bracciante agricola denunciò lo sfruttamento nelle campagne del brindisino e nel 1979 divenuta sindacalista della Cgil venne minacciata da alcuni caporali entrati nella sede del sindacato.

Il sottosegretario ha inoltre ricordato che i pullman utilizzati per trasportare i braccianti nelle campagne è “lo strumento che hanno i caporali con il quale ricattano i lavoratori e spesso anche le aziende imponendo la manodopera  che loro dicono alle loro condizioni”.
Il caporalato, ha aggiunto Bellanova, “non è un fenomeno dell’arretratezza ma della modernità perché il caporalato e i caporali hanno avuto la capacità di innovarsi. Fino a quando non ci sarà un tavolo di confronto che metta insieme i produttori, i commercianti e la grande distribuzione rischiamo di scaricare sull’anello più debole della catena che sono le lavoratrici e molto spesso anche i piccoli produttori agricoli”.
“Quarant’anni fa – ha concluso Bellanova  – quando ho cominciato a combattere il caporalato avevamo tante ostilità ma c’era anche un’attenzione di popolo, oggi questo si è perso. Chiedo a tutti i soggetti in campo di assumere fino in fondo questa battaglia di civiltà”.

31 Agosto 2015

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