Flavio Insinna si racconta a #SOUL
Sabato 3 ottobre SOUL andrà in onda alle ore 13.00. Monica Mondo intervista Flavio Insinna A colloquio con Monica Mondo, Insinna parla di sé, del suo carattere, della sua famiglia. In trenta minuti ripercorre le tappe più importanti della sua vita e della sua carriera ricordando il maestro Gigi Proietti (“E’ come se mi avesse insegnato a giocare a pallone Pelé, difficile trovarne un altro uguale”) e gli insegnamenti ricevuti dal padre. “Era un medico – racconta – e curava i poveri senza preoccuparsi della carriera. Mi diceva sempre: il paziente è come un bambino, oltre alle medicine ci vuole un sorriso. Io vado sul palco per quel sorriso”.
Del successo riscontrato negli ultimi anni tra il pubblico del piccolo e del grande schermo, Insinna dice: “E’ un participio passato, non mi interessa. Vorrei un giorno avere la forza e quattro spiccioli in banca per andarmene al mare, per mare. Non bisogna essere schiavi del successo. Bisogna accumulare durante la vita, diceva Hesse, per poi spendere: io vorrei spendere per gli altri, essere felice e andarmene allegro”. Tra le sue interpretazioni più apprezzate ci sono quelle nei panni di Don Giovanni Bosco e di Don Pietro Pappagallo, ruoli vissuti non come un lavoro, ma come un “viaggio straordinario”. “Recitiamo gli eroi – spiega – perché siamo dei vigliacchi e i santi perché siamo dei peccatori, diceva Edmund Kean. Il sogno dell’attore è essere credibile, non probabile. Vai lì sapendo di non essere all’altezza, offrendo tutte le mattine il tuo lavoro nella preghiera al Signore”. A Insinna non piace “sbandierare” la sua fede. “Come nell’amore – dice – va detto poco e dimostrato molto”. Ma a Soul racconta: “tutte le sere riavvolgo la mia giornata, come alla moviola, per fare un “tagliandino” notturno e capire a che punto sono con la mia fede, con la passione verso le persone che amo”.
2 Ottobre 2015