Papa Francesco all’Angelus: “Siate intraprendenti in iniziative che possano aiutare a dare opportunità alla terra messicana. Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare”
“Oggi, seguendo l’invito di Mosè, vogliamo come popolo fare memoria, vogliamo essere popolo della memoria viva del passaggio di Dio attraverso il suo Popolo, nel suo Popolo. Vogliamo guardare i nostri figli sapendo che erediteranno non solo una terra, una lingua, una cultura e una tradizione, bensì erediteranno il frutto vivo della fede che ricorda il passaggio sicuro di Dio per questa terra. La certezza della sua vicinanza e solidarietà. Una certezza che ci aiuta ad alzare il capo e attendere con desiderio vivo l’aurora”. Così Papa Francesco a conclusione della Messa a Ecatepec prima della recita dell’Angelus. Ed ha aggiunto:”Con voi mi unisco anche a questa memoria riconoscente. A questo ricordo vivo del passaggio di Dio nella vostra vita”. Poi facendo riferimento alle parole che il beato Paolo VI rivolse al popolo messicano: “Un cristiano non può fare a meno di dimostrare la sua solidarietà per risolvere la situazione di coloro ai quali ancora non è arrivato il pane della cultura o l’opportunità di un lavoro onorevole […] non può restare insensibile mentre le nuove generazioni non trovano la via per realizzare le loro legittime aspirazioni”. Una frase, quella di Paolo VI, che prosegue con un invito:”stare sempre in prima linea in tutti gli sforzi per migliorare la situazione di quelli che soffrono indigenza”, a vedere “in ogni uomo un fratello e in ogni fratello Cristo” (Radiomessaggio al popolo messicano nel 75° anniversario dell’incoronazione della B.V. di Guadalupe, 12 ottobre 1970: L’Osservatore Romano, 18 ottobre 1970). Sulla scia di Paolo VI, Papa Francesco ha aggiunto:”Desidero invitarvi nuovamente oggi a stare in prima linea, ad essere intraprendenti in tutte le iniziative che possano aiutare a fare di questa benedetta terra messicana una terra di opportunità. Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare; dove non ci sia bisogno di essere sfruttato per lavorare; dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà di molti l’opportunismo di pochi.Una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte”.
14 Febbraio 2016