Iraq, Nadia Murad lancia appello al Papa: “Yazidi vittime genocidio Isis. Io preda guerra venduta e violentata”
Roma, 06 maggio 2016 – “Chiedo a Papa Francesco un incontro per raccontargli la tragedia del popolo yazida, la mia storia personale e quella di migliaia di altri giovani yazidi. Per me, povera giovane yazida vittima della barbarie dell’Isis, sarebbe un onore essere ricevuta dal Papa”. Lo ha detto Nadia Murad, la giovane attivista per i diritti umani del popolo yazida sopravvissuta alla prigionia dell’Isis, ospite del programma ‘TGtg’, condotto da Clara Iatosti, su Tv2000.
“La situazione delle minoranze in Iraq – ha spiegato Nadia Murad – non è buona. Gli yazidi, da un anno e mezzo, sono vittime di un genocidio per mano dell’Isis. Migliaia di yazidi ormai vivono in campi profughi nel Kurdistan iracheno. I bambini non vanno più a scuola e migliaia di ragazze si trovano nei centri dell’Isis dove vengono violentate e prese a noleggio dai combattenti. Oltre 1200 bambini yazidi si trovano nei campi di addestramento dell’Isis per diventare in futuro dei terroristi. Le nostre regioni sono occupate dall’Isis e nelle zone liberate abbiamo rinvenuto oltre 35 fosse comuni con cadaveri di uomini, donne e bambini. Queste fosse comuni sono ancora all’aria aperta”.
“Resta difficile oggi continuare a vivere in Iraq – ha proseguito la giovane yazida – perché siamo vittime di un genocidio. Le nostre ragazze vengono vendute nei suk dell’Isis che ha minacciato la gente dicendo: ‘Abbracciate l’Islam o morirete tutti’. Il 3 agosto del 2014 è successo proprio questo: alcuni uomini yazidi sono stati uccisi mentre le donne e i bambini presi come prede di guerra”.
Nadia Murad, candidata al premio Nobel per la pace, ha infine raccontato in lacrime la sua storia di violenza subita: “Sono stata una delle prede di guerra dell’Isis come circa 6.000 tra donne e bambini. Mi hanno presa come schiava sessuale, hanno ucciso i miei 6 fratelli e mia madre. Ero preda di guerra insieme a bambine di 9-10 anni, anche loro erano schiave sessuali. Sono stata violentata, venduta, noleggiata e prestata da un combattente all’altro. Tutto questo nell’Iraq di oggi per mano di persone musulmane. Mi hanno portato via la vita. Oltre 3500 persone, tra donne e bambini, ancora oggi vengono violentate”.
6 Maggio 2016