Il Giubileo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera nella Basilica di San Pietro
Sulle rotte dei migranti, in prima linea, per accogliere e salvare vite umane. Un impegno, quello degli uomini e delle donne delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera fatto di lavoro quotidiano e di spirito di abnegazione. Il 20 luglio hanno celebrato il loro Giubileo, nella Basilica Vaticana, nella ricorrenza del 151° anniversario della loro istituzione ripartendo dall’evento giubilare con una consapevolezza in più: l’importanza della propria missione principale, cioè la salvaguardia del bene primario della vita umana in mare.
“Dio chiama a sé profeti che, lavorando controcorrente, non si stancano di seminare la Sua Parola pure nel terreno ostile – ha detto il vescovo Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, che presieduta la celebrazione nella Basilica di San Pietro -. La missione della Guardia Costiera è destinata, ieri come oggi, a contrastare conflitti, violenze e ingiustizie, seminando vita laddove altri portino morte” (Leggi l’omelia integrale di Mons. Santo Marcianò)
Una “missione” che ogni giorno è fatta di prossimità e di incontro con donne, uomini e bambini che fuggono dalla guerra e dalla povertà. Ma che in mezzo al Mediterraneo spesso in preda al freddo e alla paura trovano sguardi e mani tesi carichi di umanità.
Mons. Marcianò, rivolgendosi agli uomini e alle donne della Guardia Costiera ha sottolineato l’importanza dell’essere chiamati “profeticamente a «distruggere» la mentalità razzista che genera odio, la cultura individualista che deturpa l’ambiente e lo splendore dei mari, le decisioni ingiuste, talora prese anche in sedi politiche nazionali o internazionali, che portano al rifiuto e all’esclusione di profughi, poveri, ultimi. È anzitutto un ministero di denuncia il vostro, portato avanti non solo a parole ma con gesti eloquenti, con concrete opere di misericordia”. Ed ha aggiunto: “Per questo, siete chiamati anche a «edificare», a un reale ministero di ricostruzione: pensiamo a compiti quali il soccorso di vite umane in mare, la salvaguardia del creato, la cooperazione in missioni di pace… Difendere, per voi, significa proteggere; significa riconoscere in ogni persona e in ogni luogo della terra il progetto originario di pace e di bene pensato da Dio e mettere ogni energia a servizio di questo bene, facendo vostra la preghiera di paura e di supplica che risuona dalle parole del Salmo (Sal 70): «In te, Signore, mi sono rifugiato… per la tua giustizia liberami e difendimi… liberami dalle mani del malvagio». Cari amici, a questo grido di aiuto, che si leva dalla terra e dall’umanità nei momenti di pericolo, non si può rimanere insensibili. A questo grido bisogna dare risposte di competenza e professionalità, umanità e disponibilità, misericordia e accoglienza: risposte di vita, non di morte!” (Leggi l’omelia integrale di Mons. Santo Marcianò)
La cerimonia, rivolta a tutto il personale del Corpo ed ai propri familiari, ha rappresentato un momento di forte aggregazione e un passaggio significativo nella storia del Corpo, unendo spiritualmente gli 11mila uomini e donne della Guardia Costiera in un unico grande equipaggio per rinsaldarne i valori di coesione e umanità, nella sempre più forte consapevolezza dell’importanza della propria missione principale: salvaguardare il bene primario della vita umana in mare.
Alla funzione hanno preso parte il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio, il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera, Ammiraglio Ispettore Vincenzo Melone e, con le più alte cariche istituzionali, hanno presenziato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, e il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Valter Girardelli.
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21 Luglio 2016