Sant’Agostino, la Madonna del Parto e quella dei Pellegrini
Nel 1479 il Cardinale Guglielmo d’Estouteville, accogliendo i voti degli Agostiniani, fece costruire nel Campo Marzio una chiesa dedicata a Sant’Agostino incorporando nella struttura anche una piccola chiesa già esistente, risalente al 1350.
I lavori furono affidati a Jacopo da Pietrasanta e Sebastiano fiorentino e si conclusero rapidamente tanto che la chiesa fu ultimata già nel 1483. Questo spiega l’omogeneità stilistica della struttura, toccata solo in parte dai restauri del ‘700 e ‘800.
La facciata è un esempio dello stile del primo Rinascimento romano e presenta particolari volute laterali, introdotte già da Leon Battista Alberti per Santa Maria Novella a Firenze. Ma c’è ancora uno stile gotico che fatica a passare, soprattutto sul fianco sinistro, caratterizzato dagli alti archi di sostegno. Sopra un’ampia scalinata, la facciata di travertino a due ordini risalta sobria e severa; nel centro si apre una grande finestra rotonda mentre sopra le porte laterali sono presenti altri due tondi minori. L’ingresso principale è adornato di un elegante portale.
Ma lo stile gotico emerge prepotente all’interno, a croce latina, attraverso la tipica struttura a pilastri con altissime volte a crociera nella Navata centrale.
Nei pilastri rivestiti di marmi policromi, alle colonne si alternano figure di Profeti, inquadrate da cornici dorate e da decorazioni di bronzo. Sul terzo pilastro di sinistra il grande Raffaello dipinse Isaia e, nonostante danni e ridipinture, rappresenta una delle opere più espressive dell’Urbinate. Il committente si lamentò con Michelangelo per il prezzo eccessivo richiesto da Raffaello, ma il grande toscano ribatté che il solo ginocchio dell’Isaia valeva più di quella somma (vedere per credere). Sotto è posizionato il gruppo marmoreo “S. Anna e la Madonna col Bambino” di Andrea Sansovino: questa scena è caratterizzata da un senso di serena intimità familiare con il dolce sguardo di S. Anna e l’atteggiamento brioso del Bambino.
Al primo altare a sinistra è possibile ammirare la famosa Madonna dei Pellegrini del Caravaggio: la Vergine è in piedi sopra ad un gradino e sorreggendo tra le braccia il Bambino volge il capo verso due pellegrini, un giovane barbuto e una vecchia grinzosa, prostrati in preghiera ai suoi piedi.
Nella quarta cappella di destra, dove nel timpano è presente una tavoletta in cui è raffigurato Dio Padre nell’atto di benedire, di scuola umbra del XV secolo, è presente un Crocifisso ligneo, sempre del XV secolo, sotto il quale era solito pregare S. Filippo Neri.
La crociera è sormontata da una piccola cupola schiacciata; l’altare maggiore progettato dal Bernini custodisce tra marmi policromi e decorazioni in metallo un’edicola argentea al centro della quale c’è una piccola immagine di Maria, di scuola bizantina, trasportata da Costantinopoli e donata, nel 1482, alla chiesa di Sant’Agostino dal romano Clemente Toscanelli.
Nella cappella a sinistra dell’altare maggiore si conserva il corpo di Santa Monica, madre di Sant’Agostino, racchiusa dentro un monumento quattrocentesco decorato da una statua scolpita da Isaia da Pisa. Il corpo della Santa si conserva sotto l’altare in un’urna di verde antico dall’epoca del restauro settecentesco durante il quale fu disperso il mausoleo ricco di statue e di ornamenti marmorei fatto costruire da Maffeo Vegio nel 1430, quando il corpo della Santa fu trasportato da Ostia a Roma. Del monumento rimangono solo dei frammenti: il sarcofago con la statua giacente opera di Isaia da Pisa, collocato nella parete sinistra e le figure dei quattro Dottori nel vestibolo dell’ingresso laterale, dove si vedono anche altri sepolcri e bassorilievi del ‘400 e ‘500.
La parte conclusiva della visita la dedichiamo alla Madonna del Parto, opera di Jacopo Sansovino, realizzata per incarico della famiglia Martelli di Firenze, situata a destra del portale mediano. La Vergine, seduta in trono col Bambino in piedi sulla gamba sinistra, è posta sopra una base di marmi policromi e circondata di innumerevoli ex voto a seguito dei prodigi operati.
Per devozione popolare, fin dagli inizi dell’Ottocento questa «Madonna col Bambino» venne considerata protettrice delle partorienti, tanto da assumere la denominazione, appunto, di Madonna del Parto. Nel 1822 papa Pio VII, come risulta dalla iscrizione posta nel basamento, concesse una indulgenza a chi avesse baciato il piede che sporge dall’ampio panneggio della Vergine. Questa pia consuetudine ebbe un tale successo che il piede di marmo divenne in breve tempo talmente consumato da rendere necessaria la sostituzione con un piede d’argento. La Festa è fissata nella seconda domenica di ottobre.
Mauro Monti
Preghiera alla Madonna del Parto
Santa Madre di Dio e Vergine del Divin Parto, noi veniamo ai tuoi piedi per cantare le tue lodi. Tu sei la figlia prediletta del Padre, la Madre del Verbo Incarnato, il Tempio dello Spirito. Tu sei la Vergine scelta dall’eternità a collaborare all’opera della nostra salvezza: chiedi per noi al tuo Figlio Gesù una fede forte, una speranza solida, una carità generosa.
Vergine Madre, affidiamo alla tua protezione tutte le mamme che ti supplicano per l’integrità della prole e per un parto felice, perché la vita che portano in gremo sia preservata da ogni pericolo.
Concedi loro di tornare ai tuoi piedi con la loro creatura per rendere grazie al Signore che opera meraviglie a chi si affida a Lui con fiducia.
Vergine del Parto, custodisci e difendi con amore tutti i bambini, perché rigenerati dall’acqua del Battesimo e inseriti nella santa madre Chiesa, crescano serenamente pieni di virtù, per diventare testimoni coraggiosi del tuo Figlio Gesù e perseverino, con la grazia dello Spirito Santo, sulla via della santità. Amen.
Ave Maria…
Vergine del Divin Parto – Prega per noi.
Qui tutti gli altri itinerari del Pellegrino: www.tv2000.it/diariodiunpellegrino
27 Agosto 2016