Cristiani nello Sri Lanka: molti musulmani sono venuti a chiederci perdono
“Dobbiamo perdonare”: è l’appello alla comunità cattolica nello Sri Lanka dopo gli attentati subiti in occasione della Pasqua.
La statua di Cristo macchiata di sangue nella chiesa di Negombo è diventata uno dei simboli più eloquenti della brutalità degli attentati che hanno avuto luogo nello Sri Lanka la domenica di Pasqua.
La comunità cristiana vive ancora in uno stato di shock, senza comprendere a fondo le reali motivazioni di questi violenti attacchi jihadisti, avvenuti in un Paese nel quale i cristiani non hanno mai avuto grandi problemi. Per tale ragione, stanno iniziando a pensare che non vi siano soltanto motivi religiosi dietro gli attentati.
P. Joseph Ignatius Niroshan Vaz, Sacerdote dello Sri Lanka: “Stiamo procedendo lentamente nell’analizzare quanto è successo, al fine di raggiungere la verità. Non possiamo dire che gli attacchi siano stati contro i cristiani in quanto tali”.
“Molti musulmani vengono a chiederci perdono, perché negli attentati erano coinvolti dei musulmani. Molti di loro si stanno facendo avanti chiedendo perdono”.
Padre Niroshan Vaz vive a Roma ma proviene dallo Sri Lanka. Conosceva alcune delle vittime degli attentati. Nonostante i cattolici provino una profonda rabbia per questi attacchi, è convinto che essi siano chiamati a perdonare.
“Anche in questi momenti di grande sofferenza – continua padre Joseph – chiediamo ai cristiani di perdonare”. “Dobbiamo lavare la nostra rabbia con le nostre lacrime. Ci sono molte madri e molti padri che piangono per la perdita dei loro figli, come pure figli che hanno perso i loro genitori. Alcune famiglie non ci sono proprio più”.
L’ambasciatore dello Sri Lanka in Italia, un diplomatico cattolico, è altrettanto convinto che, nonostante il dolore, sia necesario il perdono.
Daya. S.J. Pelpola, Ambasciatore dello Sri Lanka in Italia: “È una cosa difficile da chiedere… ma se hai veramente fede, non puoi far altro che perdonare. Devi perdonare! Credo che i cattolici e le altre comunità cristiane dello Sri Lanka nutrano una grande fede e perdoneranno. Su questo non ho alcun dubbio”.
L’ambasciatore afferma che è stata una tragedia per l’intero Paese, soprattutto perché i cattolici hanno sempre svolto un ruolo importante nelle relazioni tra le diverse comunità religiose, in particolare dopo la fine della guerra nel 2009. Per tale ragione, c’è la paura che questi attacchi possano infrangere questa convivenza pacifica.
“La gente pensa che siamo tornati indietro di 10 anni – continua l’ambasciatore – Dobbiamo ammettere che gli attacchi sono stati contro la comunità cattolica, tuttavia non possiamo dire con certezza che erano rivolti ai cattolici in quanto tali. Ritengo che mirassero ad attirare l’attenzione su un gruppo musulmano radicale”.
L’ambasciatore ha ricevuto molti messaggi di sostegno da tutto il mondo. Apprezza molto questi gesti di affetto, e in special modo il ricordo costante di Papa Francesco per lo Sri Lanka e verso un popolo così duramente colpito.
2 Maggio 2019