Buongiorno professore – 25^ puntata
Vita e verità sono le parole intorno a cui ruota questa nuova lezione. Le Dieci Parole di Dio sono parole di verità per una vita buona. Dopo aver esplorato la tavola “verticale” della Legge, quella con i primi tre comandamenti, riguardanti Dio, con il quarto comandamento, posto al centro di un’ipotetica croce su cui scriviamo, ci spostiamo sul braccio orizzontale: dal rapporto con Dio Padre al rapporto con genitori. Qui entra in gioco il rapporto fra gli uomini ma ancora con un riferimento a Dio: nella Bibbia si parla di “onorare” Dio, ma in questo caso lo stesso verbo è utilizzato nei confronti dei genitori, chi ci hanno donato la vita. Onorare qui vuol dire farsi carico e accudire chi ci ha messi al mondo, sostenerli e alla fine diventare genitori dei nostri genitori. Sostenere perché onorare viene da “onus”, “peso”: dare il giusto peso e valore alle cose, alle persone. La Bibbia è un libro “di peso”, che ci invita a non prendere la vita con una “leggerezza” che sarebbe disumana, vacua, cinica. E’ forse la leggerezza che ha usato Ponzio Pilato, un nome importante per i cristiani (è citato anche nel Credo), durante il processo a Gesù, un episodio che illumina l’ottavo comandamento, quel “Non dire falsa testimonianza”, con cui continuiamo l’esplorazione del braccio orizzontale della croce, relativo al rapporto fra gli uomini. Ogni rapporto tra gli uomini o è fondato sulla verità o è destinato al naufragio. Nel suo processo Gesù è lì per testimoniare la verità e Ponzio Pilato gli fa quella domanda, forse scettica, che lo ha consegnato alla storia “Quid est veritas?” insieme al gesto ancora più famoso: il lavarsi le mani. Egli non riesce a decidere, a scegliere da che parte stare e preferisce rimanere in silenzio, mentendo anche a sé stesso. Lui si rende conto dell’innocenza di Gesù e delle tante false testimonianze contro di lui ma opta per la via del silenzio e della neutralità che però possono essere l’equivalente della menzogna. Alla fine la neutralità diventa un alibi ipocrita che copre l’opportunismo o la viltà. La verità, parola oggi ingombrante (al punto da sembrare inesistente, evaporata), cala come una spada e ci chiede di prendere una posizione. La verità è quella cosa che nessuno ha in tasca, che nessuno può possedere perché, al contrario, è la verità che possiede noi. Avendo invece l’illusione di possedere la verità si arriva alla violenza, ad uccidere. Ma questo è già il tema del prossimo comandamento, il quinto.
3 Aprile 2016