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Domenica 25 aprile in seconda serataLo scudo dell’altro – la memoria del dovere

SINOSSI
Roma, autunno del 1943. La città è sotto l’assedio nazista. Non si guarda più l’altro
come un fratello, ma come a un nemico. In un clima di paura e di sconforto si apprende del rastrellamento al ghetto ebraico da parte della milizia nazi-fascista, ma
è solo la punta dell’iceberg e la speranza della fine della guerra, è appesa a un filo
sottilissimo.
Ma alcuni baluardi di giustizia e umanità, nascosti agli onori della cronaca del tempo, fanno ancora riflettere su quanto può davvero fare l’uomo: scegliere di agire.
Don Armando Alessandrini e don Francesco Antonioli, sono rispettivamente l’Economo e il Direttore dell’Istituto Salesiano “Pio XI” di Roma, una scuola e un convitto religioso del quartiere Appio-Latino. È da questi due uomini, prima che sacerdoti, a nascere l’idea di rendere l’istituto un “rifugio sicuro”, una casa che accoglie
e che dà speranza a circa 70 ragazzi ebrei, sfuggiti alla Judenaktion – la persecuzione anti-ebraica. Nascosti e confusi tra tutti gli studenti della scuola, questi ragazzi, a volte bambini, hanno imparato canti, preghiere e usanze cristiane e in
cambio hanno trovato fratellanza, accoglienza, vita.
L’Istituto Salesiano restò fermo in quell’inferno, le porte del suo colonnato aperte
come delle braccia che accolgono: “Non abbiamo fatto che il nostro dovere” dissero a guerra finita, quando furono ringraziati e infine, anni dopo, furono riconosciuti come “Giusti fra le Nazioni”. Erano riusciti a vincere la sfida più grande dell’epoca: essere “l’uno lo scudo dell’altro”.

9 Aprile 2021