dal lunedì al venerdì ore 17:30

Incontro con il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in occasione dell’Incontro di Preghiera Ecumenico per la Pace in Medio Oriente del 7 luglio 2018 a Bari. Il Card. Sandri riflette sul significato spirituale dell’incontro tra Papa Francesco e  i patriarchi e i capi delle Chiese orientali.

Programma ufficiale

7.00 Decollo in elicottero dall’eliporto vaticano
8.15 Atterraggio a Piazzale Cristoforo Colombo a Bari
Il Santo Padre è accolto da:
– S.E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto;
– On. Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia;
– Dottoressa Marilisa Magno, Prefetto di Bari;
– On. Antonio Decaro, Sindaco di Bari.
Trasferimento in auto alla Basilica Pontificia di San Nicola; nel frattempo i Patriarchi raggiungono la Basilica dalle loro Residenze
8.30 Il Santo Padre davanti alla Basilica di San Nicola accoglie i Patriarchi e li saluta singolarmente; in Basilica, i Patriarchi attendono davanti al presbiterio.
Entrando per ultimo in Basilica, il Santo Padre saluta membri della Comunità dei Frati Domenicani.
8.45 Il Santo Padre e i Patriarchi scendono nella cripta della Basilica per la venerazione delle reliquie di San Nicola – accensione della lampada uniflamma
9.15 Il Santo Padre e i Patriarchi escono dalla Basilica di San Nicola, e in pullman raggiungono la “Rotonda” sul Lungomare di Bari
9.30 Lungomare di Bari: Incontro di preghiera
10.30 Al termine dell’incontro di preghiera comune il Santo Padre e i Patriarchi, in pullman, ritornano alla Basilica di San Nicola
11.00 Basilica di San Nicola: Dialogo (a porte chiuse)
13.30 Trasferimento in pullman all’Arcivescovado per il pranzo
15.30 In Arcivescovado il Santo Padre si congeda dai Patriarchi
16.00 Prima di salire in elicottero, il Santo Padre si congeda dalle Autorità che Lo hanno accolto al mattino
17.15 Atterraggio all’eliporto vaticano

 

Nell’Udienza Generale di questa mattina a Piazza San Pietro, Papa Francesco ha proseguito la catechesi sui Comandamenti. A partire dal primo: «Io sono il Signore, tuo Dio», ha spiegato la relazione d’amore che contiene in vista di un cammino di liberazione.

 

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UDIENZA GENERALE

Dio prima dà e poi chiede

Papa: Le dieci Parole iniziano così: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile» (Es 20,2). Questo inizio sembrerebbe estraneo alle leggi vere e proprie che seguono. Ma non è così.

Perché questa proclamazione che Dio fa di sé e della liberazione? Perché si arriva al Monte Sinai dopo aver attraversato il Mar Rosso: il Dio di Israele prima salva, poi chiede fiducia. Ossia: il Decalogo comincia dalla generosità di Dio. Dio mai chiede senza dare prima. Mai. Prima salva, prima dà, poi chiede. Così è il nostro Padre, Dio buono.

E capiamo l’importanza della prima dichiarazione: «Io sono il Signore, tuo Dio». C’è un possessivo, c’è una relazione, ci si appartiene. Dio non è un estraneo: è il tuo Dio. Questo illumina tutto il Decalogo e svela anche il segreto dell’agire cristiano, perché è lo stesso atteggiamento di Gesù che dice: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi» (Gv 15,9). Cristo è l’amato dal Padre e ci ama di quell’amore. Lui non parte da sé ma dal Padre. Spesso le nostre opere falliscono perché partiamo da noi stessi e non dalla gratitudine. E chi parte da sé stesso, dove arriva? Arriva a sé stesso! È incapace di fare strada, torna su di sé.

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Un cammino di liberazione

Papa: Porre la legge prima della relazione non aiuta il cammino di fede. Come può un giovane desiderare di essere cristiano, se partiamo da obblighi, impegni, coerenze e non dalla liberazione? Ma essere cristiano è un cammino di liberazione! I comandamenti ti liberano dal tuo egoismo e ti liberano perché c’è l’amore di Dio che ti porta avanti. La formazione cristiana non è basata sulla forza di volontà, ma sull’accoglienza della salvezza, sul lasciarsi amare: prima il Mar Rosso, poi il Monte Sinai. Prima la salvezza: Dio salva il suo popolo nel Mar Rosso; poi nel Sinai gli dice cosa deve fare. Ma quel popolo sa che queste cose le fa perché è stato salvato da un Padre che lo ama.

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La gratitudine del cuore

Papa: La gratitudine è un tratto caratteristico del cuore visitato dallo Spirito Santo; per obbedire a Dio bisogna anzitutto ricordare i suoi benefici. Dice San Basilio: «Chi non lascia cadere nell’oblio tali benefici, si orienta verso la buona virtù e verso ogni opera di giustizia» (Regole brevi, 56). Dove ci porta tutto ciò? A fare esercizio di memoria: quante cose belle ha fatto Dio per ognuno di noi! Quanto è generoso il nostro Padre celeste!

Noi non ci salviamo da soli, ma da noi può partire un grido di aiuto: “Signore salvami, Signore insegnami la strada, Signore accarezzami, Signore dammi un po’ di gioia”. Questo è un grido che chiede aiuto. Questo spetta a noi: chiedere di essere liberati dall’egoismo, dal peccato, dalle catene della schiavitù.

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28 Giugno 2018