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La vita di Charles de Foucauld, missionario in Algeria che visse tra gli indigeni di Beni Abbes e poi nel cuore del deserto del Sahara tra la popolazione Tuareg, dove morì il primo dicembre del 1916 vittima di un agguato.

“Indossando una semplice tunica bianca, sulla quale aveva cucito un cuore rosso di stoffa, sormontato da una croce. A cristiani, musulmani, ebrei e idolatri, che passavano per la sua oasi, si presentava come «fratello universale» e offriva a tutti ospitalità. In seguito si addentrò ancora di più nel deserto, raggiungendo il villaggio tuareg di Tamanrasset. Vi trascorse tredici anni occupandosi nella preghiera (a cui dedicava undici ore al giorno) e nel comporre un enorme dizionario di lingua francese-tuareg (usato ancor oggi), utile alla futura evangelizzazione”.

Con “Charles de Foucauld 1858-1916” (edito da Effetà) Pierre Sourisseau biografo e archivista, che da oltre trent’anni conduce ricerche e raccoglie documenti legati all’esistenza del sacerdote missionario beatificato da Benedetto XVI il 13 novembre 2005, riporta alla luce un’esistenza fuori dal comune, ricca di dettagli inediti, fedele alle fonti. Insieme a lui in studio padre Andrea Mandonico, vice postulatore della causa di canonizzazione di Charles de Foucauld

Abbiamo così ripreso le parole del Papa nell’Omelia nella Veglia di preghiera per il Sinodo sulla famiglia del 3 ottobre 2015, in cui ricorda la vita di Charles de Foucauld.

In conclusione, abbiamo ascoltato l’Omelia di Santa Marta, di questa mattina, sul cammino dell’Avvento

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IN EVIDENZA  

Pierre Sourisseau: “Chi era Charles de Foucauld”

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Padre Andrea Mandonico: “Il fratello universale”

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VEGLIA DI PREGHIERA PER IL SINODO SULLA FAMIGLIA 03.10.2015

Charles De Foucauld

Papa: Charles de Foucauld, forse come pochi altri, ha intuito la portata della spiritualità che emana da Nazaret. Questo grande esploratore abbandonò in fretta la carriera militare, affascinato dal mistero della Santa Famiglia, del rapporto quotidiano di Gesù con i genitori e i vicini, del lavoro silenzioso, della preghiera umile. Guardando alla Famiglia di Nazaret, fratel Charles avvertì la sterilità della brama di ricchezza e di potere; con l’apostolato della bontà si fece tutto a tutti; lui, attratto dalla vita eremitica, capì che non si cresce nell’amore di Dio evitando la servitù delle relazioni umane. Perché è amando gli altri che si impara ad amare Dio; è curvandosi sul prossimo che ci si eleva a Dio. Attraverso la vicinanza fraterna e solidale ai più poveri e abbandonati, egli comprese che alla fine sono proprio loro a evangelizzare noi, aiutandoci a crescere in umanità.

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Il mistero della vita feriale

Papa: Per comprendere oggi la famiglia, entriamo anche noi — come Charles de Foucauld — nel mistero della Famiglia di Nazaret, nella sua vita nascosta, feriale e comune, com’è quella della maggior parte delle nostre famiglie, con le loro pene e le loro semplici gioie; vita intessuta di serena pazienza nelle contrarietà, di rispetto per la condizione di ciascuno, di quell’umiltà che libera e fiorisce nel servizio; vita di fraternità, che sgorga dal sentirsi parte di un unico corpo.

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SANTA MARTA

La concretezza della vita cristiana

Papa: “Il dire è un modo di credere, ma molto superficiale, a metà cammino: io dico che sono cristiano ma non faccio le cose del cristiano. E’ un po’ – per dirlo semplicemente – truccarsi da cristiano: dire soltanto è un trucco, dire senza fare. La proposta di Gesù è concretezza, sempre concreto. Quando qualcuno si avvicinava e chiedeva consiglio, sempre cose concrete. Le opere di misericordia sono concrete”.

E’ Lui, la forza. Ma tante volte, chi confida nel Signore non appare, non ha successo, è nascosto … ma è saldo. Non ha la sua speranza nel dire, nella vanità, nell’orgoglio, negli effimeri poteri della vita … Il Signore, la roccia. La concretezza della vita cristiana ci fa andare avanti e costruire su quella roccia che è Dio, che è Gesù; sul solido della divinità. Non sulle apparenze o sulla vanità, l’orgoglio, le raccomandazioni … No. La verità.

Questo passo del profeta Isaia ha l’aria del canto della Madonna, del Magnificat: il Signore alza gli umili, quelli che sono nella concretezza di ogni giorno, e abbatte i superbi, quelli che hanno costruito la loro vita sulla vanità, l’orgoglio … questi non durano.

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6 Dicembre 2018