dal lunedì al venerdì ore 17:30

Lo straordinario potere del riordino interiore. Con questo tema, Fratel Michael David Semeraro, monaco benedettino, dottore in Teologia Spirituale, che vive nella Koinonia de la Visitation a Rhemes-Notre-Dame (Aosta), propone una sfida di riconciliazione con il caos e il disordine tipici di chi si sente vivo e queste riflessioni sono diventate un libro “L’armadio del Cuore” (Edizioni Terra Santa).

In studio, ospite di Nicola Ferrante, Fratel Michael riflette sulle parole di Papa Francesco sulla cura del sè, quando parla dell’inquietudine come ricerca del senso profondo della vita in occasione della Messa per l’inizio del Capitolo Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, ed anche nella preghiera del Rosario tenuta nella Basilica di Santa Maria Maggiore, quando riflette sulle scelte o nella Liturgia penitenziale di quest’anno quando parla del perdono come un nuovo inizio.

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IN EVIDENZA

Fratel Semeraro: “Onora il tuo limite”

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Fratel Semeraro: “Il cassetto dei fallimenti”

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SANTA MESSA PER L’INIZIO DEL CAPITOLO GENERALE DELL’ORDINE DI SANT’AGOSTINO 28.08.2013

L’inquietudine
Agostino è un uomo “arrivato”, ha tutto, ma nel suo cuore rimane l’inquietudine della ricerca del senso profondo della vita; il suo cuore non è addormentato, direi non è anestetizzato dal successo, dalle cose, dal potere. Agostino non si chiude in se stesso, non si adagia, continua a cercare la verità, il senso della vita, continua a cercare il volto di Dio. Certo commette errori, prende anche vie sbagliate, pecca, è un peccatore; ma non perde l’inquietudine della ricerca spirituale. E in questo modo scopre che Dio lo aspettava, anzi, che non aveva mai smesso di cercarlo per primo. Vorrei dire a chi si sente indifferente verso Dio, verso la fede, a chi è lontano da Dio o l’ha abbandonato, anche a noi, con le nostre “lontananze” e i nostri “abbandoni” verso Dio, piccoli, forse, ma ce ne sono tanti nella vita quotidiana: guarda nel profondo del tuo cuore, guarda nell’intimo di te stesso, e domandati: hai un cuore che desidera qualcosa di grande o un cuore addormentato dalle cose? Il tuo cuore ha conservato l’inquietudine della ricerca o l’hai lasciato soffocare dalle cose, che finiscono per atrofizzarlo? Dio ti attende, ti cerca: che cosa rispondi? Ti sei accorto di questa situazione della tua anima? Oppure dormi? Credi che Dio ti attende o per te questa verità sono soltanto “parole”?

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SANTO ROSARIO – BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE 04.05.2013

La scelta
Papa: Ma che cosa significa libertà? Non è certo fare tutto ciò che si vuole, lasciarsi dominare dalle passioni, passare da un’esperienza all’altra senza discernimento, seguire le mode del tempo; libertà non significa, per così dire, buttare tutto ciò che non piace dalla finestra. No, quella non è libertà! La libertà ci è donata perché sappiamo fare scelte buone nella vita! Maria da buona madre ci educa ad essere, come Lei, capaci di fare scelte definitive; scelte definitive, in questo momento in cui regna, per così dire, la filosofia del provvisorio. È tanto difficile impegnarsi nella vita definitivamente. E lei ci aiuta a fare scelte definitive con quella libertà piena con cui ha risposto “sì” al piano di Dio sulla sua vita.

Cari fratelli e sorelle, quanto è difficile, nel nostro tempo, prendere decisioni definitive! Ci seduce il provvisorio. Siamo vittime di una tendenza che ci spinge alla provvisorietà… come se desiderassimo rimanere adolescenti. E’ un po’ il fascino del rimanere adolescenti, e questo per tutta la vita! Non abbiamo paura degli impegni definitivi, degli impegni che coinvolgono e interessano tutta la vita! In questo modo la vita sarà feconda! E questo è libertà: avere il coraggio di prendere queste decisioni con grandezza.

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LITURGIA PENITENZIALE – “24 ORE PER IL SIGNORE” 29 marzo 2019

Ricominciare
Papa: «Rimasero solo loro due: la misera e la misericordia». Solo loro. Quante volte noi ci sentiamo soli e perdiamo il filo della vita. Quante volte non sappiamo più come ricominciare, oppressi dalla fatica di accettarci. Abbiamo bisogno di iniziare da capo, ma non sappiamo da dove. Il cristiano nasce col perdono che riceve nel Battesimo. E rinasce sempre da lì: dal perdono sorprendente di Dio, dalla sua misericordia che ci ristabilisce. Solo da perdonati possiamo ripartire rinfrancati, dopo aver provato la gioia di essere amati dal Padre fino in fondo. Solo attraverso il perdono di Dio accadono cose veramente nuove in noi. Riascoltiamo una frase che il Signore ci ha detto oggi attraverso il profeta Isaia: «Io faccio una cosa nuova» (Is 43,19). Il perdono ci dà un nuovo inizio, ci fa creature nuove, ci fa toccare con mano la vita nuova. Il perdono di Dio non è una fotocopia che si riproduce identica a ogni passaggio in confessionale. Ricevere tramite il sacerdote il perdono dei peccati è un’esperienza sempre nuova, originale e inimitabile. Ci fa passare dall’essere soli con le nostre miserie e i nostri accusatori, come la donna del Vangelo, all’essere risollevati e incoraggiati dal Signore, che ci fa ripartire.

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5 Aprile 2019