dal lunedì al venerdì ore 17:30

Don Cristian Di Silvio della Diocesi Sora – Cassino-Aquino-Pontecorvo appartenente alla Comunità Rom d’Abruzzo e Romano Debar, Sinti, raccontano il loro incontro con Papa Francesco, tenutosi questa mattina in un’udienza riservata alla Fondazione Migrantes e a circa 500 Rom e Sinti.

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Insieme al popolo Rom
Ti mettono da parte, ti dicono: “Sì, sì, tu passi, ma stai lì, non toccarmi”. [Si rivolge al giovane prete che ha fatto la testimonianza] In seminario, ti domandavano se chiedevi l’elemosina, se andavi a Termini… La società vive delle favole, delle cose… “No, Padre, quella gente è peccatrice!…”. E tu, non sei peccatore? Tutti noi lo siamo, tutti. Tutti facciamo sbagli nella vita, ma io non posso lavarmene le mani, guardando i veri o finti peccati altrui. Io devo guardare i miei peccati, e se l’altro è in peccato, fa una strada sbagliata, avvicinarmi e dargli la mano per aiutarlo ad uscire.

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Don Cristian Di Silvio: “Rom non significa ladro”

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Insieme al popolo Rom
È vero, ci sono cittadini di seconda classe, è vero. Ma i veri cittadini di seconda classe sono quelli che scartano la gente: questi sono di seconda classe, perché non sanno abbracciare. Sempre con l’aggettivo buttano fuori, scartano, e vivono scartando, vivono con la scopa in mano buttando fuori gli altri, o con il chiacchiericcio o con altre cose. Invece la vera strada è quella della fratellanza: “Vieni, poi parliamo, ma vieni, la porta è aperta”. E tutti dobbiamo collaborare.

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9 Maggio 2019