Viaggio in Romania, la conferenza stampa
In studio con Gennaro Ferrara, Cristiana Caricato, vaticanista di Tv2000, con lei riascoltiamo alcuni momenti della conferenza stampa tenuta da Papa Francesco sul volo di ritorno dalla Romania.
LA CONFERENZA STAMPA
Io ti farò una confidenza: io non sono rimasto in silenzio, ho pregato il Padre Nostro in italiano. Anche tu? Va bene. E ho visto, durante la preghiera del Padre Nostro, che la maggioranza della gente sia in rumeno, sia in latino, pregava. La gente va oltre noi capi: noi capi dobbiamo fare degli equilibri diplomatici per assicurare che andiamo insieme. Ci sono delle abitudini, delle regole diplomatiche che è bene conservare perché le cose non si rovinino; ma il popolo prega insieme. Anche noi, quando siamo da soli, preghiamo insieme. Questa è una testimonianza. Io ho l’esperienza di preghiera con tanti, tanti pastori luterani, evangelici e anche ortodossi. I Patriarchi sono aperti. Sì, anche noi cattolici abbiamo gente chiusa, che non vuole e dicono: “No, gli ortodossi sono scismatici”. Sono cose vecchie. Gli ortodossi sono cristiani. Ma ci sono dei gruppi cattolici un po’ integralisti: dobbiamo tollerarli, pregare per loro perché il Signore e lo Spirito Santo ammorbidiscano un po’ il cuore. Ma io ho pregato. Tutti e due. Non ho guardato Daniel, ma credo che lui abbia fatto lo stesso.
Dobbiamo aiutare i politici a essere onesti, a non fare campagna con bandiere disoneste – la calunnia, la diffamazione, gli scandali… E, tante volte, seminare odio e paura: questo è terribile. Una politica, un politico mai, mai deve seminare odio e paura. Soltanto speranza. Giusta, esigente, ma speranza. Perché deve condurre il Paese lì, e non fargli paura. Non so se ho risposto. Ma sui particolari della condotta dei politici non so.
Di più! Ogni volta che vado da lui a visitarlo lo sento così. E prendo la mano e lo faccio parlare. Parla poco, parla adagio, ma con la stessa profondità di sempre. Perché il problema di Benedetto sono le ginocchia, non la testa: ha una lucidità grande e io sentendo parlare lui, divento forte, sento il “succo” delle radici che mi viene e mi aiuta ad andare avanti. Sento questa tradizione della Chiesa che non è una cosa da museo, la tradizione, no. La tradizione è come le radici, che ti danno il succo per crescere. E tu non diventerai come le radici, no: tu fiorirai, l’albero crescerà, darai dei frutti e i semi saranno radici per gli altri. La tradizione della Chiesa è sempre in movimento. In un’intervista che ha fatto Andrea Monda sull’”Osservatore” – voi leggete l’Osservatore, no? – alcuni giorni fa, c’era una situazione che mi è piaciuta tanto, del musicista Gustav Mahler. E parlando delle tradizioni, lui diceva: “La tradizione è la garanzia del futuro e non la custode delle ceneri”.
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3 Giugno 2019