“Un vecchio gesuita ‘furbaccione’”
C’era un vecchio gesuita ‘furbaccione’. 100 + 10 parabole di papa Francesco” (Ed. Paoline) è l’ultimo lavoro dei giornalisti Luigi Accattoli e Ciro Fusco, in cui vengono analizzati centodieci racconti utilizzati da Bergoglio. Papa Francesco parla spesso in «parabole» tratte dalla vita vissuta: questo è un aspetto poco studiato della sua predicazione, benché segnalato dai media a motivo di parole e immagini che risultano nuove per la lingua dei papi.
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Papa Francesco: “C’era una volta un vecchio gesuita furbaccione”
Io ricordo, quando ero studente di filosofia, un vecchio gesuita, furbacchione, buono ma un po’ furbacchione, mi consigliò: “Se tu vuoi sopravvivere nella vita religiosa, pensa chiaro, sempre; ma parla sempre oscuro”. E’ un modo di ipocrisia clericale, diciamo così. “No, la penso così, ma c’è il vescovo, o c’è quel vicario, c’è quell’altro… meglio stare zitti… e poi la “cucino” con i miei amici”. Questo è mancanza di libertà. Se un sacerdote non ha libertà di pan-rein, di parresia, non vive bene la diocesanità; non è libero, e per vivere la diocesanità ci vuole libertà. E poi l’altra virtù è sopportare. Sopportare il vescovo, sempre.
Papa Francesco: “Il tassista generoso”
Alcuni giorni fa, è successa una storia piccolina, di città. C’era un rifugiato che cercava una strada e una signora gli si avvicinò e gli disse: “Ma, lei cerca qualcosa?”. Era senza scarpe, quel rifugiato. E lui ha detto: “Io vorrei andare a San Pietro per entrare nella Porta Santa”. E la signora pensò: “Ma, non ha le scarpe, come farà a camminare?”. E chiama un taxi. Ma quel migrante, quel rifugiato puzzava e l’autista del taxi quasi non voleva che salisse, ma alla fine l’ha lasciato salire sul taxi. E la signora, accanto a lui, gli domandò un po’ della sua storia di rifugiato e di migrante, nel percorso del viaggio: dieci minuti per arrivare fino a qui. Quest’uomo raccontò la sua storia di dolore, di guerra, di fame e perché era fuggito dalla sua Patria per migrare qui. Quando sono arrivati, la signora apre la borsa per pagare il tassista e il tassista, che all’inizio non voleva che questo migrante salisse perché puzzava, ha detto alla signora: “No, signora, sono io che devo pagare lei perché lei mi ha fatto sentire una storia che mi ha cambiato il cuore”.
Giornata Migrante, videomessaggio di Papa Francesco
“I Paesi in via di sviluppo continuano ad esaurire le loro migliori risorse naturali e umane a vantaggio di alcuni pochi mercati privilegiati”. Inoltre, mentre “le guerre colpiscono solo alcune regioni del mondo”, “la costruzione e la vendita delle armi avviene in altre regioni, che poi non vogliono prendersi cura dei rifugiati, non vogliono, non accettano questi rifugiati che tali conflitti generano”.
Molte volte si parla di pace, però si vendono armi. Possiamo parlare di ipocrisia in questa lingua? Coloro che soffrono le conseguenze sono sempre i piccoli, i poveri, i più vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola e ai quali si lasciano solo le “briciole” del banchetto.
IN EVIDENZA:
Ciro Fusco: “Francesco, ladro di misericordia”
Luigi Accattoli: “Il Papa riceve il trans: cosa vuole dirci?”
2 Luglio 2019