“Generosi e disinteressati”
A pochi giorni del viaggio apostolico di Papa Francesco in Mozambico, Madagascar e Mauritius, Gennaro Ferrara incontra padre Tomaž Mavrič C.M. Superiore Generale della Congregazione della Missione e delle Figlie della Carità, 24° successore di San Vincenzo de’ Paoli.
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Papa Francesco, Angelus 1 settembre 2019: “Generosi e disinteressati”
Nella seconda parabola, Gesù si rivolge a colui che invita e, riferendosi al modo di selezionare gli invitati, gli dice: «Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti» (vv. 13-14). Anche qui, Gesù va completamente contro-corrente, manifestando come sempre la logica di Dio Padre. E aggiunge anche la chiave per interpretare questo suo discorso. E qual è la chiave? Una promessa: se tu farai così, «riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (v. 14). Questo significa che chi si comporta così avrà la ricompensa divina, molto superiore al contraccambio umano: io ti faccio questo favore aspettando che tu me ne faccia un altro. No, questo non è cristiano. La generosità umile è cristiana. Il contraccambio umano, infatti, di solito falsa le relazioni, le rende “commerciali”, introducendo l’interesse personale in un rapporto che dovrebbe essere generoso e gratuito. Invece Gesù invita alla generosità disinteressata, per aprirci la strada verso una gioia molto più grande, la gioia di essere partecipi dell’amore stesso di Dio che ci aspetta, tutti noi, nel banchetto celeste.
Papa Francesco alla Famiglia Vincenziana: “Andare incontro agli altri”
L’ultimo verbo è andare. L’amore è dinamico, esce da sé. Chi ama non sta in poltrona a guardare, aspettando l’avvento di un mondo migliore, ma con entusiasmo e semplicità si alza e va. San Vincenzo lo ha detto bene: «La nostra vocazione è dunque di andare, non in una parrocchia e neppure soltanto in una diocesi, ma per tutta la terra. E a far che? Ad infiammare il cuore degli uomini, facendo quello che fece il Figlio di Dio, Lui che è venuto a portare il fuoco nel mondo per infiammarlo del suo amore» (Conferenza del 30 maggio 1659). Questa vocazione è sempre valida per tutti. Pone a ciascuno delle domande: “io vado incontro agli altri, come vuole il Signore? Porto dove vado questo fuoco della carità o resto chiuso a scaldarmi davanti al mio caminetto?”.
Padre Obeka, Missionario in Madagascar
3 Settembre 2019