“La Chiesa: casa tra le case”
Monsignor Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, racconta la visita di Papa Francesco, del 21 settembre nella sua città. Riascoltiamo dalle sue parole, i momenti più forti vissuti con il Papa e la comunità del posto in uno spirito di profonda fratellanza.
Papa Francesco ad Albano: “La Chiesa esiste per dire all’uomo l’amore di Dio”
Che cosa ci dice questo Vangelo nell’anniversario della vostra Cattedrale? Che ogni chiesa, che la Chiesa con la maiuscola esiste per mantenere vivo nel cuore degli uomini il ricordo che Dio li ama. Esiste per dire a ciascuno, anche al più lontano: “Sei amato e sei chiamato per nome da Gesù; Dio non ti dimentica, gli stai a cuore”. Cari fratelli e sorelle, come Gesù non abbiate paura di “attraversare” la vostra città, di andare da chi è più dimenticato, da chi sta nascosto dietro i rami della vergogna, della paura, della solitudine, per dirgli: “Dio si ricorda di te”.
Papa Francesco ad Albano: “Prima Gesù o prima le nostre strutture?”
Come Chiesa, chiediamoci se da noi Gesù viene prima: c’è prima Lui o la nostra agenda, c’è prima Lui o le nostre strutture? Ogni conversione nasce da un anticipo di misericordia, nasce dalla tenerezza di Dio che rapisce il cuore. Se tutto quello che facciamo non parte dallo sguardo di misericordia di Gesù, corriamo il rischio di mondanizzare la fede, di complicarla, di riempirla di tanti contorni: argomenti culturali, visioni efficientiste, opzioni politiche, scelte partitiche… Ma si dimentica l’essenziale, la semplicità della fede, quello che viene prima di tutto: l’incontro vivo con la misericordia di Dio. Se questo non è il centro, se non sta all’inizio e alla fine di ogni nostra attività, rischiamo di tenere Dio “fuori casa”, cioè nella chiesa, che è casa sua, ma non con noi. L’invito di oggi è: lasciati “misericordiare” da Dio. Lui viene con la sua misericordia.
Papa Francesco ad Albano: “La Chiesa: casa tra le case”
Come sarebbe bello se i nostri vicini e conoscenti sentissero la Chiesa come casa loro! Succede, purtroppo, che le nostre comunità diventino estranee a tanti e poco attraenti. A volte subiamo anche noi la tentazione di creare circoli chiusi, luoghi intimi tra gli eletti. Ci sentiamo eletti, ci sentiamo élite… Ma ci sono tanti fratelli e sorelle che hanno nostalgia di casa, che non hanno il coraggio di avvicinarsi, magari perché non si sono sentiti accolti; forse perché hanno conosciuto un prete che li ha trattati male o li ha cacciati via, ha voluto far pagare loro i sacramenti – una cosa brutta – e si sono allontanati. Il Signore desidera che la sua Chiesa sia una casa tra le case, una tenda ospitale dove ogni uomo, viandante dell’esistenza, incontri Lui, che è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,14).
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