“Custodi del futuro o profeti di sventura?”
“Siamo tutti membri di un’unica famiglia umana. L’obbligo morale di prendersi cura gli uni degli altri deriva da questo fatto, così come il principio correlativo di porre la persona umana, piuttosto che la semplice ricerca del potere o del profitto, al centro della politica pubblica”. E’ parte del messaggio che Papa Francesco ha rivolto al professor Klaus Schwab, direttore esecutivo del World Economic Forum di Davos.
Una puntata dedicata alla “cura del creato”, ospiti in studio di Gennaro Ferrara: Isabella Pratesi, direttore del programma di conservazione WWF, e padre Giuseppe Buffon, Pontificia Università Antonianum.
PUNTATA INTEGRALE
Custodi del futuro o profeti di sventura?
Riscaldamento globale, incendi, desertificazione, inquinamento degli oceani. Il pianeta Terra, la nostra “Casa comune”, è ferita da un modello di sviluppo che si dimostra sempre più insostenibile.
Papa Francesco, “La cura della casa comune”
La cura della nostra casa comune dev’essere una preoccupazione di tutti e non oggetto di contrapposizione ideologica fra diverse visioni della realtà, né tantomeno fra le generazioni, poiché «a contatto con la natura – come ricordava Benedetto XVI –, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura, piccola ma al tempo stesso unica, “capace di Dio” perché interiormente aperta all’Infinito»[7].
La custodia del luogo che ci è stato donato dal Creatore per vivere non può dunque essere trascurata, né ridursi ad una problematica elitaria.
I giovani ci dicono che non può essere così, poiché esiste una sfida urgente, a tutti i livelli, di proteggere la nostra casa comune e «di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale»[8].
Papa Francesco, “Una conversione ecologica”
Essi ci richiamano all’urgenza di una conversione ecologica, che «va intesa in maniera integrale, come una trasformazione delle relazioni che intratteniamo con le nostre sorelle e i nostri fratelli, con gli altri esseri viventi, con il creato nella sua ricchissima varietà, con il Creatore che è origine di ogni vita»[9].
Purtroppo, l’urgenza di questa conversione ecologica sembra non essere acquisita dalla politica internazionale, la cui risposta alle problematiche poste da questioni globali come quella dei cambiamenti climatici è ancora molto debole e fonte di forte preoccupazione. La XXV Sessione della Conferenza degli Stati Parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP25), svoltasi a Madrid lo scorso dicembre, rappresenta un grave campanello di allarme circa la volontà della Comunità internazionale di affrontare con saggezza ed efficacia il fenomeno del riscaldamento globale, che richiede una risposta collettiva, capace di far prevalere il bene comune sugli interessi particolari.
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