“Incantare le sirene”
In studio con Nicola Ferrante, due teologi, Stella Morra e Marco Ronconi, autori di “Incantare le sirene” (edizioni Dehoniane).
Attraverso il libro, rifacendosi alle parole di papa Francesco, i due studiosi, pongono una domanda: “siamo sicuri di sapere di cosa parliamo quando diciamo «cultura»? Su questa scena, teologia e Chiesa non vagano come personaggi in cerca d’autore: Gaudium et spes offre loro indicazioni di ampio respiro e direttive precise per entrare adeguatamente nella parte di chi, di fronte alle sirene del mondo, vuole imitare Orfeo, il quale non si turò le orecchie, ma, come ha scritto papa Francesco, «fece qualcos’altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene».
PUNTATA INTEGRALE
INCANTARE LE SIRENE
È da reclamare il diritto a non far prevalere le tante sirene che oggi distolgono da questa ricerca. Ulisse, per non cedere al canto delle sirene, che ammaliavano i marinai e li facevano sfracellare contro gli scogli, si legò all’albero della nave e turò gli orecchi dei compagni di viaggio. Invece Orfeo, per contrastare il canto delle sirene, fece qualcos’altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene. Ecco il vostro grande compito: rispondere ai ritornelli paralizzanti del consumismo culturale con scelte dinamiche e forti, con la ricerca, la conoscenza e la condivisione.
Armonizzando nella vita questa bellezza custodirete la cultura, quella vera. Perché il sapere che si mette al servizio del miglior offerente, che giunge ad alimentare divisioni e a giustificare sopraffazioni, non è cultura. Cultura – lo dice la parola – è ciò che coltiva, che fa crescere l’umano. E davanti a tanto lamento e clamore che ci circonda, oggi non abbiamo bisogno di chi si sfoga strillando, ma di chi promuove buona cultura. Ci servono parole che raggiungano le menti e dispongano i cuori, non urla dirette allo stomaco.
IN EVIDENZA
Stella Morra: “Le sirene del si è sempre fatto così”
Marco Ronconi: “Il Papa ci richiama alla santità”
Dio non ha paura! Sapevate questo voi? Non ha paura! E’ sempre oltre i nostri schemi! Dio non ha paura delle periferie. Ma se voi andate alle periferie, lo troverete lì. Dio è sempre fedele, è creativo. Ma, per favore, non si capisce un catechista che non sia creativo. E la creatività è come la colonna dell’essere catechista. Dio è creativo, non è chiuso, e per questo non è mai rigido. Dio non è rigido! Ci accoglie, ci viene incontro, ci comprende. Per essere fedeli, per essere creativi, bisogna saper cambiare. Saper cambiare. E perché devo cambiare? E’ per adeguarmi alle circostanze nelle quali devo annunziare il Vangelo. Per rimanere con Dio bisogna saper uscire, non aver paura di uscire.
Se un catechista si lascia prendere dalla paura, è un codardo; se un catechista se ne sta tranquillo, finisce per essere una statua da museo: e ne abbiamo tanti! Ne abbiamo tanti! Per favore, niente statue da museo! Se un catechista è rigido diventa incartapecorito e sterile. Vi domando: qualcuno di voi vuole essere codardo, statua da museo o sterile? Qualcuno ha questa voglia? [catechisti: No!] No? Sicuro? Va bene!
La figura umile e grande di San Martino de Porres, che il Papa San Paolo VI, nel 1966, proclamò patrono della vostra categoria, vi aiuta a testimoniare costantemente i valori cristiani. Vi stimola, soprattutto, ad esercitare la vostra professione con stile cristiano, trattando i clienti con gentilezza e cortesia, e offrendo loro sempre una parola buona e di incoraggiamento, evitando di cedere alla tentazione del chiacchiericcio che facilmente si insinua anche nel vostro contesto lavorativo, tutti lo sappiamo. Ciascuno di voi, nello svolgimento del proprio tipico lavoro professionale, possa sempre agire con rettitudine, rendendo così un positivo contributo al bene comune della società.
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29 Aprile 2019