“Paolo VI e Francesco”
Conclude la settimana del “Diario” il Vicario del Sacro Convento di Assisi e docente del Collegium Seraphicum, padre Domenico Paoletti e autore di “Paolo VI, testimone dell’Amore – attualità e profezia” (Cittadella Editrice)
APERTI ALLA VOCE DI DIO
Prima di tutto era coerente perché era un uomo aperto a Dio. Se lui perseguitava i cristiani era perché era convinto che Dio voleva questo. Ma come mai? E come mai, niente: era convinto di quello. E’ lo zelo che aveva per la purezza della casa di Dio, per la gloria di Dio. Un cuore aperto alla voce del Signore. E rischiava, rischiava, andava avanti. E un’altra traccia del suo temperamento è che era un uomo docile, aveva la docilità, non era un testardo.
Testardo, ma non nell’anima
IN EVIDENZA
Padre Domenico Paoletti: “Formare l’affetto, un processo”
REGGERE LO SQUILIBRIO
Oggi siamo stati chiamati a reggere lo squilibrio. Noi non possiamo fare qualcosa di buono, di evangelico se abbiamo paura dello squilibrio. Dobbiamo prendere lo squilibrio tra le mani: questo è quello che il Signore ci dice, perché il Vangelo – credo che mi capirete – è una dottrina “squilibrata”. Prendete le Beatitudini: meritano il premio Nobel dello squilibrio! Il Vangelo è così.
BENEDETTA VERGOGNA
Papa Francesco, oggi nell’Aula Paolo VI, ha aperto il suo Incontro con le Partecipanti all’Incontro dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) con alcune considerazioni generali su diverse questioni. La prima di queste materie è stata la tragedia degli abusi sessuali nella Chiesa, sia la pedofilia clericale sia le violenze su religiose e donne consacrate.
10 Maggio 2019