dal lunedì al venerdì ore 17:30

“Dove sei? – Dio parla al cuore dell’uomo. Di Papa Francesco”, è un volume che raccoglie le più belle parole di Bergoglio dedicate al cuore di Cristo e al cuore dell’uomo, in studio con Gennaro Ferrara, il curatore del libro, don Franco Nardin, parroco di Nostra Signora di Bonaria ad Ostia Lido.

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Santa Marta Martedì, 4 settembre 2018
noi tutti abbiamo questi due “spiriti”, diciamo così». C’è «lo spirito di Dio, che ci porta alle opere buone, alla carità, alla fraternità, a adorare Dio, a conoscere Gesù, a fare tante opere buone di carità, a pregare». Ma c’è anche «l’altro spirito del mondo, che ci porta verso la vanità, l’orgoglio, la sufficienza, il chiacchiericcio: tutta un’altra strada».
«Il nostro cuore, diceva un santo, è come un “campo di battaglia, un campo di guerra dove questi due spiriti lottano”

Santa Marta Martedì, 20 maggio 2014
Per comprendere invece quale sia la pace autentica bisogna tornare alle parole di Gesù: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi». Com’è allora la pace che dà Gesù? «È una persona, è lo Spirito Santo» ha spiegato il Papa. «Lo stesso giorno della risurrezione», nel cenacolo, il saluto di Gesù ai discepoli è: «La pace sia con voi, ricevete lo Spirito Santo». Dunque la pace di Gesù «è una persona, un regalo grande». Perché «quando lo Spirito Santo è nel nostro cuore, nessuno può togliere la pace. Nessuno! È una pace definitiva!».
Davanti a questo grande dono, qual è «il nostro lavoro»?. Dobbiamo «custodire questa pace», ha raccomandato il Pontefice. Si tratta infatti di «una pace grande, una pace che non è mia: è di un’altra persona che me la regala, un’altra persona che è dentro il mio cuore, che mi accompagna tutta la vita e che il Signore mi ha dato».

Santa Marta 17 febbraio 2015
«Ogni intimo intento del cuore non era altro che male» ha ripetuto, ancora, Francesco. Ricordando appunto che «noi abbiamo questo seme dentro, questa possibilità». Ma «abbiamo anche lo Spirito Santo che ci salva». Si tratta perciò di scegliere a partire dalle «piccole cose».

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Santa Marta 12 gennaio 2017

La seconda parola è, appunto, «cuore». E noi dobbiamo avere sempre un «cuore aperto al Signore, non chiuso, non duro, non indurito, non senza fede, non perverso, non sedotto dai peccati». E «il Signore ha incontrato tanti che avevano il cuore chiuso: i dottori della legge, tutta questa gente che lo perseguitava, lo metteva alla prova per condannarlo, e alla fine sono riusciti a farlo».«Andiamo a casa — ha concluso Francesco — con queste due parole soltanto», domandandoci: «com’è il mio oggi?». Senza mai dimenticare che «il tramonto può essere oggi stesso, questo giorno o tanti giorni dopo». Ma è bene verificare «come va il mio oggi nella presenza del Signore». E chiederci anche «com’è il mio cuore: è aperto, è saldo nella fede, si lascia condurre dall’amore del Signore?». E «con queste due domande — ha suggerito il Papa — chiediamo al Signore la grazia di cui ognuno di noi ha bisogno».

Santa Marta Venerdì, 9 gennaio 2015

Il cuore infatti, «quando si indurisce, non è libero e se non è libero è perché non ama». Un concetto espresso dalla prima lettura della liturgia del giorno (1 Giovanni, 4, 11-18), dove l’apostolo parla dell’«amore perfetto» che «scaccia il timore». Infatti «nell’amore non c’è timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Non è libero. Sempre ha il timore che succeda qualcosa di doloroso, di triste», che ci faccia «andare male nella vita o rischiare la salvezza eterna». In realtà, sono solo «immaginazioni», perché semplicemente quel cuore «non ama». Il cuore dei discepoli, ha spiegato il Papa, «era indurito perché ancora non avevano imparato ad amare».

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Santa Marta 29 maggio 2017

I dottori della legge: «erano credenti in Dio, sapevano tutti i comandamenti, ma il cuore era chiuso, fermo, non si lasciavano interpellare». Ecco, allora, il punto di volta della riflessione: occorre «lasciarsi interpellare dallo Spirito Santo». Qualcuno, ha detto il Papa, potrebbe obiettare: «“Eh, ho sentito questo… Ma, padre, quello è sentimentalismo?” — “No, può essere, ma no. Se tu vai sulla strada giusta non è sentimentalismo”». Così come può capitare di sentir dire: «Ho sentito la voglia di fare questo, di andare a visitare quell’ammalato o cambiare vita o lasciare questo…». L’importante, ha spiegato Francesco, è «sentire e discernere: discernere quello che sente il mio cuore», perché «lo Spirito Santo è il maestro del discernimento». Certi slanci sono infatti positivi: «una persona che non ha questi movimenti nel cuore, che non discerne cosa succede, è una persona che ha una fede fredda, una fede ideologica. La sua fede è un’ideologia, tutto qui». È proprio quello che viene descritto nel Vangelo: «il dramma di quei dottori della legge che se la prendevano con Gesù».

Udienza generale 12 febbraio 2014

Bisogna sempre tenere presente che l’Eucaristia non è qualcosa che facciamo noi; non è una nostra commemorazione di quello che Gesù ha detto e fatto. No. È proprio un’azione di Cristo! È Cristo che lì agisce, che è sull’altare. E’ un dono di Cristo, il quale si rende presente e ci raccoglie attorno a sé, per nutrirci della sua Parola e della sua vita. Questo significa che la missione e l’identità stessa della Chiesa sgorgano da lì, dall’Eucaristia, e lì sempre prendono forma. Una celebrazione può risultare anche impeccabile dal punto di vista esteriore, bellissima, ma se non ci conduce all’incontro con Gesù Cristo, rischia di non portare alcun nutrimento al nostro cuore e alla nostra vita. Attraverso l’Eucaristia, invece, Cristo vuole entrare nella nostra esistenza e permearla della sua grazia, così che in ogni comunità cristiana ci sia coerenza tra liturgia e vita.

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19 Luglio 2019