IL CORAGGIO DEL NON AVERE RANCORE
11/12/2017
“Alla consolazione di Dio spesso preferiamo il rancore”. Questo il tema dell’omelia di Santa Marta di oggi e su questo ci siamo confrontati con Ilaria Zambelli dell’associazione “Un Ponte Per…” e padre Jens Petzold, priore del monastero di Deir Maryam Aladhra a Sulaimaniya, città del Kurdistan iracheno, che accoglie profughi in fuga dalla guerra in Siria e dal conflitto in Iraq. Con loro abbiamo parlato anche del Natale che attende la loro comunità a partire da quello che il Papa ha detto sull’Avvento prima dell’Angelus di ieri.
IN EVIDENZA
Aspettando Paolo Dall’Oglio | Un ponte…al di là del rancore |
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SANTA MARTA
La grazia del coraggio
Papa Francesco: “Ci farà bene oggi, ognuno di noi, fare un esame di coscienza: com’è il mio cuore? Ho qualche amarezza lì? Ho qualche tristezza? Com’è il mio linguaggio? È di lode a Dio, di bellezza o sempre di lamentele? E chiedere al Signore la grazia del coraggio, perché nel coraggio viene Lui a consolarci e chiedere al Signore: Signore, vieni a consolarci”
ANGELUS
L’Avvento è un momento favorevole per pregare con più intensità
Papa Francesco: “L’Avvento è allora il momento favorevole per pregare con più intensità, per riservare alla vita spirituale il posto importante che le spetta. Un altro vuoto potrebbe essere la mancanza di carità verso il prossimo, soprattutto verso le persone più bisognose di aiuto non solo materiale, ma anche spirituale. Siamo chiamati ad essere più attenti alle necessità degli altri, più vicini. Come Giovanni Battista, in questo modo possiamo aprire strade di speranza nel deserto dei cuori aridi di tante persone”.
Ogni monte e ogni colle siano abbassati
«Ogni monte e ogni colle siano abbassati» (v. 4), esorta ancora Isaia. I monti e i colli che devono essere abbassati sono l’orgoglio, la superbia, la prepotenza. Dove c’è orgoglio, dove c’è prepotenza, dove c’è superbia non può entrare il Signore perché quel cuore è pieno di orgoglio, di prepotenza, di superbia. Per questo, dobbiamo abbassare questo orgoglio. Dobbiamo assumere atteggiamenti di mitezza e di umiltà, senza sgridare, ascoltare, parlare con mitezza e così preparare la venuta del nostro Salvatore, Lui che è mite e umile di cuore (cfr Mt 11,29). Poi ci viene chiesto di eliminare tutti gli ostacoli che mettiamo alla nostra unione con il Signore: «Il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore – dice Isaia – e tutti gli uomini insieme la vedranno»
11 Dicembre 2017