dal lunedì al venerdì ore 17:30

Puntata argentina quella di oggi, insieme al parroco di una delle baraccopoli più grandi di Buenos Aires, Padre Pepe di Paola, parroco della Carcova, con lui anche Alver Metalli, giornalista italiano che ha scelto di vivere nella stessa baraccopoli. In apertura abbiamo visto alcune immagini delle visite di quando l’arcivescovo di Buenos Aires, cardinal Bergoglio, faceva visita alla gente di queste favelas argentine (link). “Se il pastore non rischia, non trova”, ha detto Francesco ai preti durante la giornata giubilare a loro dedicata (link), così abbiamo riflettuto su cosa significhi rischiare e trovare per chi vive situazioni difficili come quelle delle baraccopoli. Nell’ultima parte invece abbiamo sentito le parole di Francesco ai movimenti popolari (link), pronunciate tre anni fa in Bolivia: “Voi, i più umili, gli sfruttati, i poveri e gli esclusi, potete fare e fate molto. Oserei dire che il futuro dell’umanità è in gran parte nelle vostre mani”.

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IN EVIDENZA

“Papa Bergoglio si faceva confessare da noi” “Un pastore ballerino”
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NELLE VILLAS CON BERGOGLIO

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CHI NON RISCHIA NON TROVA

Il cuore del sacerdote è un cuore trafitto dall’amore del Signore; per questo egli non guarda più a sé stesso – non dovrebbe guardare a sé stesso – ma è rivolto a Dio e ai fratelli. Non è più “un cuore ballerino”, che si lascia attrarre dalla suggestione del momento o che va di qua e di là in cerca di consensi e piccole soddisfazioni. E’ invece un cuore saldo nel Signore, avvinto dallo Spirito Santo, aperto e disponibile ai fratelli.

Il pastore secondo Gesù ha il cuore libero per lasciare le sue cose, non vive rendicontando quello che ha e le ore di servizio: non è un ragioniere dello spirito, ma un buon Samaritano in cerca di chi ha bisogno. È un pastore, non un ispettore del gregge, e si dedica alla missione non al cinquanta o al sessanta per cento, ma con tutto sé stesso. Andando in cerca trova, e trova perché rischia. Se il pastore non rischia, non trova. Non si ferma dopo le delusioni e nelle fatiche non si arrende; è infatti ostinato nel bene, unto della divina ostinazione che nessuno si smarrisca. Per questo non solo tiene aperte le porte, ma esce in cerca di chi per la porta non vuole più entrare. E come ogni buon cristiano, e come esempio per ogni cristiano, è sempre in uscita da sé.

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NELLE MANI DEI POVERI

INCONTRO MONDIALE DEI MOVIMENTI POPOLARI

Cosa posso fare io, raccoglitore di cartoni, frugatrice tra le cose, raccattatore, riciclatrice, di fronte a problemi così grandi, se appena guadagno quel tanto per mangiare? Cosa posso fare io artigiano, venditore ambulante, trasportatore, lavoratore escluso se non ho nemmeno i diritti dei lavoratori? Cosa posso fare io, contadina, indigeno, pescatore che appena appena posso resistere all’asservimento delle grandi imprese? Che cosa posso fare io dalla mia borgata, dalla mia baracca, dal mio quartiere, dalla mia fattoria quando sono quotidianamente discriminato ed emarginato? Che cosa può fare questo studente, questo giovane, questo militante, questo missionario che calca quartieri e luoghi con un cuore pieno di sogni, ma quasi nessuna soluzione ai suoi problemi? Potete fare molto. Potete fare molto! Voi, i più umili, gli sfruttati, i poveri e gli esclusi, potete fare e fate molto. Oserei dire che il futuro dell’umanità è in gran parte nelle vostre mani.

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La fotogallery della puntata

2 Marzo 2018