E’ bello, biondo, americano, sorriso smagliante. Porta sul viso l’impronta dei Kennedy. Timothy Shriver è figlio di Eunice, sorella dei due presidenti trucidati, chissà come e perché. Una grande famiglia, icona dell’America e del mondo, con una pagina nascosta, che con coraggio per quei tempi viene svelata: una delle sorelle, Rosemary, aveva una malattia mentale, sempre più grave dopo le cure devastanti che le inflisse la psichiatria di allora. In suo nome, Eunice ha aperto una Fondazione e ha avviato nel ‘68 gli Special Olympics, un programma di allenamento e competizione sportiva di cui: coinvolge 5 milioni di disabili mentali, che dimentichiamo essere innanzitutto atleti, in ogni paese del mondo. Timothy ha ereditato la Presidenza e gli sforzi per farne una manifestazione sportiva inclusiva, nel rispetto di ogni persona: e sono le sue convinzioni di fede a muovere questo suo compito. Nel libro “Pienamente vivi – La scoperta della cosa più importante” (tradotto e pubblicato in Italia da Itaca) racconta il cuore di questa iniziativa. Una storia che si intreccia con la famiglia Kennedy, ispirando l’animo inclusivo delle loro politiche.

Kennedy, un nome e una famiglia

shriv2“Portare il nome Kennedy non è semplice, ma mi ha dato molte opportunità, responsabilità e pressioni che molti non hanno, sono grato a tutti: genitori, fratelli , sorelle, zii e cugini; la famiglia è stata una squadra forte. Penso che il successo in politica sia dovuto al fatto che anche i miei nonni sottolineavano l’importanza della famiglia e di lottare per difenderla, questo mi ha dato molta forza.”

Zia Rosemary, una sorella Kennedy dietro le quinte

“Rosemary era la sorella più grande di mia madre Eunice: era nata con disabilità intellettuale. Ai suoi tempi si parlava di “ritardo mentale” e quando mia nonna sentii dire questo le si spezzò il cuore: pensava che Rosemary non potesse essere in grado di avere una vita piena, di vivere secondo gli standard della famiglia, di poter contribuire al mondo e di essere felice. I miei nonni fecero una scelta importante: tenerla a casa ed incoraggiare i fratelli e le sorelle a stare attenti a lei, avendone cura. Tutti quanti siamo cresciuti con questa sorella che amavamo profondamente, anche se il mondo non la capiva. Tutti in fondo hanno capito che quando davano sé stessi alla sorella, avevano in cambio una cosa bellissima: apertura e fiducia, un rapporto d’amore. Le persone con disabilità possono essere le migliori nel mostrare apertura e fiducia rispetto gli altri: penso che Rosemary abbia insegnato ai fratelli ad essere dei politici in modo diverso.”

La “debolezza” in famiglia, la vera forza dei Kennedy

È stata Rosemary a spingere l’attenzione della famiglia Kennedy verso i più deboli, nello sforzo per la solidarietà, nella volontà di battaglie che sembravano talvolta a “fondo perduto”. Questa passione e questo impegno lo hanno imparato da lei, dalla sua Fede e dal suo forte impegno verso la famiglia: aveva un cuore vulnerabile, ma aperto; una fede che ha insegnato a tutti la dignità per la vita e la famiglia, tenuti insieme. Tutto questo li ha resi in grado di comunicare al mondo questo senso di passione e compassione: la politica è un lavoro molto duro, ma l’hanno portata verso una forma di tenerezza e compassione che li ha fatti conoscere anche dagli oppositori. Penso che questo derivi da Rosemary. È diventata una fontana di sapienza, di amore e di compassione per tutti noi. Questa è anche la storia del Vangelo. Penso che lo sia di tutte le grandi storie d’amore: quando qualcosa va male, si spezza o appare debole, improvvisamente un dono può entrare in gioco, ci svuotiamo dalle nostre aspettative e improvvisamente un a nuova vita appare possibile.”

Fede a fondamento delle scelte, senza esibizione

“Cos’è la Fede? La Fede è quello che ci permette di spostare le montagne, vedere il mondo con amore, ci ispira e ci sostiene nei momenti di difficoltà, ci permette di vedere nelle stelle il creatore di quelle stelle. Con gli occhi della Fede si vede di più, in modo differente. Non occorre avere sempre un rosario o un crocifisso per avere la Fede. La Fede è qualcosa  di dentro, è un dono di grande potere che ci permette di vedere l’Amore di Dio in tutte le cose

Special Olympics, una scuola dove i disabili-atleti sono i veri insegnanti

shiver1Special Olympics è il movimento più potente nel promuovere la dignità di ogni vita umana: facciamo sport per aprire il cuore delle persone alla bellezza di ogni bambino e di sé stessi, per insegnare alle persone che giustizia e gioia possono andare d’accordo, per creare un mondo a cui tutti possiamo appartenere. I veri insegnanti non sono gli istruttori, gli allenatori o i tecnici, ma i nostri atleti: se guardiamo dal vivo, sul campo oppure sugli spalti quello che succede si vedono le lacrime che scendono. Quando si guardano questi atleti le paure vanno via e le difficoltà spariscono, nel muoversi nel capirsi: la palla viene colpita, si fa punto e si aprono le braccia. A livello spirituale questi atleti ci insegnano ad aprirci. Lo dico perché non sono diventato presidente di Special Olympics, ma sono cresciuto giocando con i disabili intellettivi nel parco di casa nostra e questo ha significato tanto.”

Oltre i pregiudizi e le difficoltà

Purtroppo gli esseri umani seguono un modello rigido nel giudicarsi l’un l’altro, parlando male delle persone. Noi lo facciamo spesso e spezziamo loro il cuore  quando escludiamo qualcuno o lo etichettiamo. Il rifiuto genera ansia: quando sono escluso da qualcuno o da un gruppo che mi fa sentire piccolo, messo da parte, cattivo o perdente. Abbiamo molto lavoro da fare: questo rifiuto va guarito. Dovunque operiamo dobbiamo cambiare questo schema: se cominciamo coi bambini e insegniamo loro la gioia di giocare e fare sport, quando cominceranno a fare giudizi si ricorderanno di questi momenti e potranno cambiare il loro modo di pensare. Personalmente, nel corso degli anni ho incontrato tante persone che mi hanno ispirato molto, più dei politici, dei premi Nobel degli amministratori delegati o presidenti, che pure ho avuto modo di frequentare. Ho incontrato queste persone  “diverse” e mi sento molto privilegiato. Abbiamo trovato ostacoli ovunque, è vero: nei centri sportivi e talvolta nella Chiesa e nelle famiglie. Si vergognano ed è molto doloroso vedere questa specie di cecità, che se non fossi stato abituato sarebbe anche mia. E anche oggi, mi chiedo sempre se parlo degnamente di questi uomini e donne che mi hanno dato tanto”.

Cambiare prospettiva nello sport

“Se consideriamo lo sport come una piramide e guardiamo solo le persone che sono sulla cima, Special Olimpycs non la capiremo mai. Il confronto deve essere fatto pensando ad una struttura orizzontale: noi competiamo per fare del nostro meglio, nessuno può dirci che il nostro massimo non è abbastanza, è un insulto alla propria umanità. Noi non ci stiamo, se tu sai fare 10 metri e lo puoi fare, dai il meglio, il coraggio necessario per questo obiettivo e tu sei un campione alla pari degli atleti della Fifa, della Uefa o delle Olimpiadi: tu hai dato al mondo tutto quello che hai ed è questo che ti rende speciale.”

La politica non conta, conta lo spirito umano

shiverSpecial Olympics è presente in 169 paesi, non siamo interessati a giudicare i sistemi politici, noi siamo una organizzazione umanitaria e puntiamo al miglioramento delle condizioni delle persone con disabilità psichica dovunque vivano: non importa da dove si comincia, possiamo rendere questo posto migliore, per includere persone con disabilità intellettuali. A noi non interessa la politica, basta che ci facciano venire a giocare con i disabili: la politica è questione di potere e controllo, mentre noi vogliamo liberare le persone indipendentemente dal sistema politico. Noi facciamo attenzione solo allo spirito umano.”

Un libro, una famiglia, un esempio

“Il mio libro non parla se non per cenni di John(che a casa chiamavamo Jack) e Bob Kennedy, i miei zii. Se n’è parlato tanto, e molto ancora non si sa. Ho voluto parlare però di chi li ha ispirati: zia Rosemary, i bambini che hanno avuto problemi fin dalla nascita… per quello che hanno ricevuto o per quello hanno fatto. Volevo soltanto mostrare che Rosemary ha avuto un impatto forte che prima non avevamo capito in famiglia, né il nonno, né i fratelli. È stato anche un desiderio di delicatezza: quando Rosemary era viva, era più difficile per mia madre e gli altri parenti parlare di lei. E ricordiamo che le mentalità non si cambiano in poco tempo: quando lei è nata la maggior parte delle persone venivano abbandonate in istituti e la famiglia non sapeva come affrontare in modo aperto la questione. E’ stato un cammino che ci ha fatto scoprire quel che più conta . Martin Luther King disse che “L’arco della storia tende verso la Giustizia”. Si procede a volte lentamente ma la mia famiglia, ne sono certo, ha aiutato a fornire dei modelli da
seguire in modo che fossero più aperti e accoglienti ad accettare queste persone
.”

Gli Stati Uniti davanti alle sfide di oggi

“Penso che negli Stati Uniti c’è molta paura del cambiamento. Molte persone sono  arrabbiate perché il cambiamento può risultare negativo verso certi gruppi, soprattutto i lavoratori, che negli ultimi 20-30 anni hanno avuto problemi seri. Ma penso che sia Democratici che Repubblicani possono essere d’accordo sul fatto che il paese sia migliore se è più inclusivo. Si ha paura anche dei confini: c’è una preoccupazione sullo stato di diritto, ma non penso ci siano problemi ad avere compassione. Chi vota per entrambi deve privilegiare sempre la compassione e l’inclusione, questo serve al paese e a chi lo abita”.

“Io non sono in politica, la politica per tutti è vivere…ma posso dire che il grande problema nel mondo è il fallimento degli stati che non forniscono ordine e servizi al loro popolo. Penso che l’istruzione può essere la soluzione, sostenendo i più vulnerabili, ma soprattutto educando il cuore delle persone per insegnare a perseverare nelle situazioni difficili e guadagnarsi la vita.”

“In generale il paese ha fatto grandi progressi anche in termini di problemi razziali, nonostante le recrudescenze attuali. Ci sono grandi sfide da affrontare negli USA, ma le grandi leadership vanno combinate con grandi politiche e gli Stati Uniti solo così possono continuare ad essere forti, sono ottimista.”

Sabato 22 alle ore 12.20 o alle 20.30 su TV2000 (CANALE 28, SKY CANALE 140, TIVÙSAT 18)

A cura di Giuliano Cattabriga

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20 Ottobre 2016