Le donne erediteranno la terra?
Aldo Cazzullo è un firma nota e seguita del Corriere della Sera: dalle elezioni alle Olimpiadi, dagli attentati terroristici ai Conclavi, ama raccontare, andando a fondo di ogni storia per farne occasione di riflessione universale. Ha intervistato Spielberg e Bill Gates, Keith Richards e Jacques le Goff. E’ uno scrittore versatile e prolifico, e ama la storia italiana, che difende sempre, convinto che troppa antiretorica ha piegato uno spirito di unità nazionale. “Noi siamo abituati a rappresentare la nostra storia come una serie di catastrofi. Mentre ci sono state sconfitte, soprattutto militari, ma tanti episodi e personaggi di cui essere orgogliosi, c’è un’identità, cui siamo molto più legati di quanto pensiamo di essere. Soprattutto un’identità custodita dalle memorie familiari, in particolare dalle donne, c he sentono molto fortemente questo legame di patria intesa come terra dei padri.
Diceva Giovanni Paolo II che l’amore di patria è un’estensione del 4 comandamento, Onora il padre e la madre. Io purtroppo sono cresciuto in un tempo in cui il tricolore era un simbolo di parte, e l’inno perfino nelle partite non lo cantava nessuno…i simboli invece sono significativi. Ma è saltato il meccanismo di trasmissione della memoria che per secoli ha permesso di rinsaldare tra vecchi e giovani il senso dell’appartenenza.” Ama in particolare la Grande Guerra… “Perchè sono i nostri nonni. Gli italiani sono legati alla loro famiglia e all’Italia quando la storia nazionale incrocia quella della loro famiglia.
L’ultimo libro appena edito da Mondadori ha un titolo con un ricanto biblico: Le donne erediteranno la terra. Di più: Questo sarà il secolo del sorpasso. Non solo numerico, ma di potere, il che conterebbe poco, se non che Cazzullo crede che le donne il potere riescono ad esercitarlo meglio, con più libertà, generosità, coraggio. …”Ci sono dei segnali evidenti… e non a caso le eroine dei bambini e dei ragazzi sono oggi femmine. … Siamo entrati nell’era della riproducibilità tecnica della vita. L’uomo crea l’uomo, e questa è una pretesa terribile, da cui giustamente la Chiesa ci mette in guardia. Allora si tende ad affidarsi alle donne, coloro che restano, guardano lontano, si prendono cura, e la cura non sminuisce, ma anzi esalta. La donna che da sempre maneggia la vita e la morte è chiamata ad avere non solo un ruolo familiare, ma anche pubblico.” Anche perché gli uomini sono sempre meno virili, fragili, narcisi.
Di per sé, questa esaltazione del femminile, nei suoi lati positivi e negativi (ci sono anche le donne masochiste, che si danno a uomini sbagliati e violenti) non è affatto politically correct, in un tempo indistinto, dove si vogliono a forza appianare le differenze in un’omologazione dei sessi che appiattisce e nega le vitali diversità. Perché c’è una specificità, un “genio” femminile che si esprime anche con la maternità, pur se bisogna ancora lottare per riconoscerla e proteggerla. “ Si comincia a capire che la maternità è un punto di forza, una giovane donna che diventa madre è più consapevole di se stessa, dell’enorme potere che ha e l’uomo non avrà mai, che è dare la vita. Il governo non deve fare spot per la fertilità, deve rimuovere gli ostacoli che rendono difficile oggi diventare madre, anche se ci vorrebbe da parte nostra un po’ più di fiducia nel futuro e nella vita, come avevano le nostre nonne. Si possono poi naturalmente lasciare frutti di sé senza una maternità biologica, perché esiste una maternità spirituale, pensiamo alle suore…”
E il nostro è un tempo in cui ci tocca confrontarsi con culture che non rispettano la dignità e la libertà delle donne… “L’Italia resta un paese maschilista. E dobbiamo essere fermissimi a difendere anche di fronte ad altre culture i nostri valori. Pensiamo al Capodanno di Colonia: un evento simbolico pesantissimo, un attacco alla nostra civiltà, alla libertà di ogni donna di uscire e vestirsi come vuole. L’uomo ha sempre avuto paura della libertà delle donne, e dietro i nostri femminicidi c’è questo stravolgimento dell’amore come possesso. Il problema è che siamo noi uomini a dover isolare i violenti, farli sentire le nullità che sono”.
Però pare che per essere considerate si debba assumere una tempra maschile, vedi la Merkel, vedi Hillary, non basta prendere in braccio i nipotini o sfoggiare scarpette vezzose alla Teresa May… Le donne devono assomigliare agli uomini per avere potere? “la donna potrà realizzarsi restando se stessa, anche in politica. L’ascesa delle donne in politica non a caso continua. La Merkel non è simpatica, ma ha fatto bene l’interesse del suo paese. Anche Hillary non è simpatica, però la simpatia non è la principale qualità di uno statista. Dev’essere lungimirante, competente…certo, è un vizio originale essere la moglie di, per emergere, come è successo a figlie di, e mogli di. Penso a Indira Gandhi, alla Bhutto…”
Cazzullo sfodera esempi, alti e bassi, noti e meno noti, dalla Levi Montalcini a Cristina di Belgioioso, dalle soldate sconosciute che hanno combattuto sul carso alle scrittrici, scienziate, sportive che portano nel mondo una modalità diversa di essere eccellenti. Ma Cazzullo parla anche del suo mestiere bellissimo e periclitante, quello del giornalista… “La storia che avrei voluto raccontare è quella di Tina Anselmi, un appuntamento mancato. E Margaret Thatcher, anche se aveva idee politiche difficili da accettare per un cattolico solidarista come io mi considero, ma era comunque una donna da conoscere. Come giornaliste sono molto più brave a entrare in sintonia con le persone che hanno davanti, indurle ad aprirsi, senza essere aggressive, conciliando il giusto grado di insistenza con il giusto grado di empatia”
Soul, Sabato 12 novembre alle 12.20 e 20.30
9 Novembre 2016