Comunicare la misericordia. Dialoghi con don Dario Edoardo Vigano
L’anno giubilare sta finendo, le porte Sante sono state chiuse, ma la Misericordia non chiude, anzi apre vie inaspettate. In questo anno se ne è parlato tanto, una parola ripetuta e sviscerata: è rimasto solo slogan o ha cambiato nell’incontro, nel dialogo, nella predicazione anche l’approccio della Chiesa?
Comunicare la Misericordia è una serie di incontri con Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, in onda su Tv2000 sabato e domenica 19, 20, 26 e 27, alle 13 e alle 20.30. A un sacerdote, a un religioso colto e brillante che ha il compito di tenere insieme tutti i volti mediatici della Chiesa abbiamo posto tante domande sulla forma e sulla sostanza, sui contenuti e sui metodi.
La Chiesa è maestra e pioniera nella Comunicazione, da sempre, e basterebbe ricordare don Alberione e don Bosco. Per troppi anni tuttavia ha rischiato di arroccarsi su linguaggi vecchi, lontani, o di rincorrerne di apparentemente moderni, ma anche travisabili. Come tenere insieme la fedeltà al Vangelo, alla dottrina, alla tradizione, sapendo andare incontro all’uomo contemporaneo? Cambiare e rinnovare significa buttar via, o stravolgere? Quali rischi di confondere i contenuti, per renderli più accattivanti, quali necessarie aperture per la missione, la presenza negli ambienti e nelle strade in cui i cristiani tutti sono chiamati?
La prima puntata, Un volto nuovo, è ambientata nella sede del Museo storico di Radio Vaticana: uno scrigno zeppo di curiosità e memorie storiche, dal “microfono di Dio”, da cui papa Pio XI diede inizio alle trasmissioni radiofoniche, al televisore monumentale di Giovani XXIII, al mixer che permise di diffondere le parole del Concilio Vaticano II. Che codici linguistici bisogna usare oggi? Come mantenere lo slancio adeguando la comunicazione ai nuovi tempi e strumenti? E che apporto può dare la voce femminile alla comunicazione nella Chiesa?
Nella seconda puntata, si mettono insieme Carità e missione, l’oggetto della comunicazione della Chiesa. Siamo nei Giardini vaticani, dove sono curate piante e fiori che raccontano il mondo, i cento paesi da cui provengono. E’ il respiro universale della Chiesa. L’opera di evangelizzazione e promozione umana attraverso l’educazione dei missionari è un patrimonio comunicativo da valorizzare, e di alto livello anche informativo. Come non disperderlo, come far sì che la Chiesa ospedale da campo riesca a raggiungere gli ultimi della terra, raccogliendo le loro voci?
Alla terza puntata abbiamo dato il titolo Santi e peccatori. Perché dal Braccio delle dame si guarda all’abbraccio del colonnato del Bernini, al cuore della Chiesa. Che è vista e raccontata soprattutto per le contraddizioni, gli scandali, gli errori, le mancanze. Cosa significa che la chiesa è santa e peccatrice a un tempo? Quale il rapporto tra misericordia e giustizia?
Infine, nella quarta puntata il titolo è un programma che ribalta la concezione comune: Dio cerca l’uomo. Non siamo noi, non è la Chiesa che si fa tramite della nostra rincorsa al significato del vivere, ma è il senso di tutto che si è fatto uomo ed è venuto incontro agli uomini, da Abramo ai testimoni del presente. Una chiesa che racconta la carità, la speranza, la fede, senza preconcetti e senza sospetti. La sua potenza narrativa e comunicativa è imponente, anche a livello di media e papa Francesco la incarna in modo nuovo, basti pensare ai viaggi apostolici e alle omelie a Santa Marta. Ma la Chiesa sta dietro al Papa?
15 Novembre 2016