La “città dei flussi” che aspetta con speranza il Papa
Il 25 Marzo Papa Francesco andrà in visita a Milano, visita molto attesa, ma da parte di quale città? Cos’è Milano oggi? Cosa racconta dell’Italia tutta?
Ce lo racconta Aldo Bonomi, sociologo, fondatore del consorzio Aaster (Agenti di Sviluppo del Territorio), saggista, già consulente del Cnel, editorialista de “Il Sole 24 ORE”, de “Il Manifesto”, un vero “Gran Lombardo”, con origini valtellinesi, naturalizzato milanese, un “user city”, come si dice in sociologhese.
Per Aldo Bonomi, Milano è la città dei flussi, ovvero la finanza, le internet company, le migrazioni, tutti fenomeni della globalizzazione, gli stessi di cui parla Papa Francesco “flussi che impattano nella nostra vita quotidiana, impattano nei luoghi, nel territorio e lo cambiano culturalmente, antropologicamente, socialmente, economicamente. Milano è questa”.
Con i flussi, spiega il sociologo, è cambiata anche la borghesia milanese. Esiste oggi una borghesia di flussi che non è più come quella che abbiamo conosciuto, quella di oggi sta nel mondo solo a competere, per prendere l’aereo nel week end e passare il tempo libero altrove. “non come Falck che abitava la città, e faceva l’impresa”.
I flussi non hanno confini, vanno ovunque, spiega Bonomi, e c’è una gran voglia di appartenere alla comunità dei flussi. Ma è un’élite che si stringe sempre di più, a discapito di chi non vi rientra, di chi rimane fuori. A fronte di questo, il sociologo in Milano individua tre comunità: quella del rancore, che perimetra il proprio spazio, quella di cura, che si ritrova nel welfare ambrosiano e nell’associazionismo, nel volontariato, e la comunità operosa, che ancora sa creare lavoro, per costruire il futuro.
Bonomi ricorda la “provocazione culturale” fatta dal cardinal Tettamanzi, quando lanciò il “Fondo famiglia lavoro” indirizzato a tutti, senza differenze di religioni, sesso e razza, accolto in tutte le parrocchie e in tutti i centri Caritas, come risposta alla crisi che veniva avanti, un esempio questo di come la comunità operosa e quella di cura debbano collaborare per “prendere per mano i rancorosi, perché anche in quella comunità c’è paura rispetto ai grandi processi di cambiamento”.
“La povertà di oggi – spiega Bonomi – è meno visibile ma, a volte, più drammatica”. Per fortuna a Milano si registra una forte spesa per il welfare, e anche sull’emergenza profughi è stata una città accogliente. Concorda con il cardinal Scola sul meticciato come nostro destino, perché “anche noi siamo in metamorfosi, anche noi abbiamo un’identità in transizione che incontra altre identità in transizione: spesso fuggono da guerre e carestie e il meticciato si crea non esaltando ognuno la propria identità rancorosa, ma aiutando l’incontro di identità tutte quante deboli, necessariamente solidali”.
Oggi, secondo Bonomi, Milano si racconta attraverso i tanti soggetti che fanno volontariato, associazionismo, i comitati di quartiere e probabilmente è così che verrà raccontata al Pontefice.
“Il Papa – spiega Bonomi – arriverà a Linate, poi andrà a Case Bianche, entrerà cioè dalla periferia, si sposterà in Piazza Duomo con le istituzioni, poi a San Vittore al carcere, e poi a Monza per incontrare i tanti “San Giuseppe”, i piccoli imprenditori della Brianza, per poi tornare a San Siro, tra i giovani, tra i sussurri delle loro voci incerte eppure desiderose di senso. È come se attraversasse una geografia di luoghi”.
“In una fase storica in cui il vero problema è la dittatura del presente e la totale incertezza del futuro – sottolinea Bonomi – c’è ancora una Milano cattolica che vuol chiedere e può chiedere al Papa di parlare del Vangelo di Gesù Cristo, soprattutto tra i giovani, tra quelli che fanno community dentro internet, c’è bisogno di una speranza, di un futuro possibile”.
Aldo Bonomi, ospite a Soul su TV2000 domenica 19 marzo ore 12.20 e 20.45
A cura di Carmela Ferentino
16 Marzo 2017