Dopo 60 anni di Trattati bisogna fare una costituzione
Giornalista e prima donna ad essere corrispondente estero Rai a Bruxelles e Strasburgo, Gianna Radiconcini ha l’Europa nel sangue: ha seguito sin dalla sua ideazione, poi nei suoi sviluppi, il progetto che fu di Altiero Spinelli, tra i fondatori del Movimento Federalista Europeo. È testimone della nascita di un processo culturale fatto di persone e non solo di un’istituzione. Nel libro In memoria di una militante azionista, edito da Carocci, racconta gli anni della Roma occupata, la nascita della resistenza politica al fascismo, quand’era solo una ragazza coraggiosa, da guardare con ammirazione: oggi manca una baldanza giovanile come quella di allora, nell’impegno con cui affrontare la realtà, nella passione e fin nell’azzardo.
“Avevo 17 anni e facevo la staffetta partigiana: quell’anno non andai a scuola, perché a casa bisognava aiutare a fare la spesa per tutti gli uomini che avevamo nascosto, pur avendo poche tessere annonarie. Io dovevo in qualche modo provvedere al cibo. Eravamo senza aiuti perché avevamo paura di soffiate.”
“Una volta, vendendo la medaglietta della Madonna di Pompei e una catena, potei acquistare 20kg di dinamite che nascosi, portandoli a casa un po’ alla volta. Sarebbe stato un bel guaio se a casa se ne fossero accorti, ma non dissi nulla a mia madre e per fortuna mai lei si mise a guardare sotto al divano del salotto.”
“Noi staffette eravamo quasi tutte ragazze, così non davamo nell’occhio, potevamo portare ordini e fare altre cose, come prendere parte a manifestazioni antifasciste, ad esempio. Eravamo ragazzine incoscienti…! c’era un impegno ideologico e politico, ma c’era anche un po’ di gioco, tipo “guardie e ladri”.”
“Sono stata testimone della terribile morte di Teresa Gullace, resa memorabile da Anna Magnani in Roma Città Aperta, le ero accanto. Ci dettero l’ordine di trovarci la mattina tra le 9 e le 10 davanti alla caserma che stava in via Giulio Cesare, dove erano stati rinchiusi tanti uomini, operai e studenti, arrestati dopo tentativi di manifestazione o spiate. Venivano interrogati e poi mandati a lavorare come schiavi in Germania. Fuori c’erano tutte le madri, le sorelle e le mogli che chiedevano notizie del loro caro. Tra queste donne c’era Teresa Gullace che era incinta del settimo bambino e a cui avevano arrestato sia il marito che il figlio più grande di 18 anni. All’improvviso sbucò una motocicletta su cui montavano due giovanissimi. Uno dei due, biondo biondo, lo potrei disegnare adesso, aveva il mitra e diede una sventagliata a tutte le donne. Dopo il passaggio della motocicletta, vedemmo una donna in un lago di sangue: era Teresa Gullace. Il giorno dopo andai a trovare la sua famiglia, il più grande era stato liberato e attorno a lui i figli più piccoli che piangevano per la fame e cercavano la mamma. Questo ragazzo mi guardò con un’aria persa e mi disse “Non so proprio cosa fare”, completamente allibito. Mi erano stati dei soldi e avevo anche recuperato un po’ di cibo: presi questa borsa e la lasciai lì con questi pochi soldi, senza dire più una parola.”
“Tra le leggi che sono state emanate in Europa, ce ne sono alcune favorevoli alle donne. Quando ero corrispondente da Bruxelles, alla commissione esecutiva della comunità europea, c’era una sola donna direttore generale, in mezzo a tanti uomini, e dirigeva le interpreti che erano tutte donne. Per quanto mi riguarda, non ero l’unica donna giornalista, ma ero l’unica corrispondente RAI: gli altri giornali ne mandavano alcune, anche se poi eravamo solo 17.”
“L’Europa non è raccontata bene, come Unione Europea è un oggetto misterioso. Spesso si critica la Germania, ma è uno dei paesi più europeisti. Quando la Merkel parla di un’Europa a due velocità, dice una cosa giusta e federalista: chi ci sta deve starci e non mettere i bastoni tra le ruote. Tutti questi nuovi partecipanti alla UE, in gran parte gli ex paesi della dominazione sovietica, sono venuti per motivi politici perché hanno paura dello strapotere della Russia e sono tanti i soldi che abbiamo dato loro. Non osservano, però, nessuna delle regole, a cominciare da Orban e l’Ungheria.”
“L’Europa deve prima approfondirsi e poi allargarsi. Questo significa fare una costituzione e non un trattato, cosa che invece si fa con chi non è “nostro”: è come se la mia gamba sinistra facesse un trattato con la mia gamba destra. Se noi siamo nell’Unione Europea perché facciamo dei trattati? Dobbiamo fare la costituzione, come ogni paese o generazione che si rispetti, come la federazione americana o quella tedesca. Questo non avviene perché i governi e gli stati che ne fanno parte sono sovranisti, a cominciare da alcuni dei 6 soci iniziali.”
“L’Europa è stata pensata durante la guerra, per cercare di evitarne ulteriori: erano secoli che ci si uccideva tra popoli. Invece abbiamo portato a casa più di 70 anni di pace, con l’unica eccezione dei Balcani.”
“Sono un’inguaribile ottimista. Penso come si pensava 60 anni fa, quando sono stati fatti i Trattati di Roma, dopo un impasse per il quale sembrava morta la possibilità di unificazione. Invece, nel ’56 si riuscì a fare la CEE, proprio dopo due gravi crisi: la crisi di Suez e la rivolta in Ungheria, soppressa rovinosamente dall’Unione Sovietica. Fu un momento di grande shock. Nel mio inguaribile ottimismo penso che l’arrivo di questi orrendi movimenti populisti, sovranisti e contrari a qualsiasi unificazione, e l’arrivo di questo nuovo personaggio così stupefacente come Trump, possano essere un nuovo shock che ci spingano a fare meglio.”
“Ho partecipato alla caduta del Muro di Berlino e vidi una città incredibile, non si passava più per il Check-point Charlie perché c’erano delle file interminabili di tedeschi dell’ovest che volevano vedere quelli dell’est e viceversa: tutto era intasato e non si passava più. Ho visto una Berlino eccezionale e pochi giorni dopo ci sarebbe stata la settimana di discussione del Parlamento Europeo a Strasburgo. Andai di corsa aspettandomi che si parlasse soltanto della riunificazione delle due Germanie: era chiaro che si ponesse questo problema. Non sentii nulla in aula e cominciai a fare delle interviste alle persone di varie nazionalità, ma non avevo risposte: mi dicevano vaghezze come se non fosse successo niente… E ora ne paghiamo i prezzi.”
“Ci sono persone che hanno formato il mio carattere. Per esempio Anna Lorenzetto, di cui non si parla mai: donna eccezionale che ha mandato a scuola 300mila italiani analfabeti. Un’altra, Ursula Hirschmann, che divenne poi moglie di Spinelli e di cui ero grande amica. E ci sono uomini che hanno segnato la mia vita. Primo di tutti Spinelli, particolare e irripetibile, con una determinazione nel fare certe cose, senza flettere mai e senza preoccuparsi del suo piccolo personale tornaconto, sempre dritto per una meta, nonostante le tante sconfitte. Ho conosciuto Spinelli nel ’46, nel Partito d’Azione da cui provengo. Nel ’47 avevo venti anni quando fondò il Movimento Federalista Europeo a Roma, e ho preso una delle primissime tessere. È stata una cosa estremamente interessante, ricordo un comizio organizzato da Spinelli in cui collaborai e al quale partecipò De Gasperi, già primo ministro: era l’inizio, i primi passi del Movimento federalista.”
“Poi Ugo La Malfa, con cui ho avuto un rapporto tempestoso perché abbiamo molto litigato: eravamo due caratteri focosi. Ultimo, Oronzo Reale, a cui sono gratissima: ha riformato il codice del diritto di famiglia e ha dato alle donne quel rilievo che dovevano avere nella famiglia e nella società. Su questo avevo battagliato perché ero stata redattrice della Voce Repubblicana, mi occupavo di donne e non mi volevo occupare né di cucina né di cucito, ma solo dei diritti negati alle donne, in particolare nel matrimonio e nella famiglia. Ho sostenuto tesi abbastanza audaci per l’epoca, secondo Reale. Quando fu ministro fece una riforma del diritto di famiglia così audace che in un sondaggio fatto a tutte le donne del Parlamento Europeo, venne fuori che il codice di diritto di famiglia più moderno in Europa in quel momento era quello italiano.”
Gianna Radiconcini è ospite di Soul domenica 26 marzo, ore 12.20 e 20.30 su Tv2000
A cura di Giuliano Cattabriga
24 Marzo 2017