Il terremoto, una Quaresima di 7 mesi da cui risorgere
Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice al suo secondo mandato, diventato “il” Sindaco dopo la tragedia che ha colpito la sua città per l’energia e la dedizione con cui è rimasto vicino alla gente: si è fatto la loro voce, anche gridata, nei confronti delle istituzioni. Il suo vero mestiere è l’allenatore di calcio e le parole “fare squadra”, “sacrificio”, “accettare le sfide”, “non arrendersi davanti alle sconfitte” le ha trasferite dai campi di gioco al suo impegno politico.
Quel 24 agosto è stato il primo a far conoscere al mondo la drammaticità vissuta con quella frase strozzata “il paese non esiste più”, allora pochi gli credettero. 299 morti, 239 solo nel suo territorio e tanti erano amici suoi e dei suoi figli, ancora ragazzini. Lo abbiamo voluto ospite a Soul in questa Domenica delle Palme che inizia l’ultima settimana di Quaresima prima della Pasqua: la sua terra ha vissuto una quaresima di 7 mesi e aspetta di risorgere.
“Se tu ami dai e il mio approccio è sempre stato lo stesso, quando mi battevo perché non chiudessero l’ospedale di Amatrice, quando ho denunciato Renzi e la Raggi perché usavano il termine “all’amatriciana” in senso dispregiativo: nel bene e nel male io sono sempre stato così.”
“Ho il compito politico e morale di indicare una via: se volessi lavorare per Sergio Pirozzi, farei una grande manifestazione e verrebbero almeno 50mila persone. Ma strillare per strillare non porta da nessuna parte ed io rappresento un comune. Sto dicendo da tempo che è necessaria una no-tax area per dare sostegno contributivo e per le tasse alle attività che partiranno di qui a poco, ma ho preparato un “piano B” con un regolamento pronto che chiamo “la Contea”, ovvero il rimborso delle tasse e i contributi per le attività che partiranno nel caso che il governo non mantenga le promesse. Sto aspettando l’ordinanza E, quanti soldi metteranno per le ristrutturazioni pesanti e vedremo, anche se da più di un mese ho inviato una nota al commissario con le mie indicazioni. Non è un assalto alla diligenza perché queste misure della no-tax area dovevano essere previste per i 53 comuni delle zone rosse e mi rendo conto che si andrebbero a scontentare gli altri 100 comuni che sono stati inseriti nel Cratere”
“…ho incontrato nelle istituzioni uomini e donne straordinarie, fare di tutta un erba un fascio non è un servizio al paese e tanti non sono del campo, non sanno di che si parla. Avevo invitato i parlamentari a passare il Capodanno da noi: sono venuti in 15 e sono rimasti solo una notte, a dormire in tenda. Era un modo di fargli vivere giornalmente le problematiche che si riscontravano nelle macerie, nelle demolizioni, nelle acquisto dei beni necessari, nel dolore. Resistendo solo un giorno hanno perso una grande possibilità, capire per legiferare. Io la politica la intendo così, la politica degli scarponi. Mi auguro che le persone scelte nell’ufficio ricostruzioni della Regione Lazio siano state messe lì non in base alle amicizie ma di un curriculum degno.”
“Sì, è venuto il principe Carlo, ma io non ho chiesto niente a nessuno, accanto a me ho il popolo italiano che ogni giorno mi mostra la sua solidarietà. Dal casellante che non mi fa pagare l’autostrada “per tutto quello che fa”, alla scuola del Congo che ci ha mandato 100 euro, alla pensionata che dà 7 mesi della sua pensione. Accanto ho avuto tanti prìncipi: ma Carlo d’Inghilterra è una persona intelligente, perché ha stravolto subito il protocollo. Non sono andato con lui nella zona rossa come con nessuno, né Mattarella né il Papa, perché lì ci sono i ricordi ed io devo vivere di presente ma soprattutto di futuro.”
“Soffro quando si litiga, perché sul terremoto non permetto a nessuno di sfruttare il dolore della mia gente per una manciata di voti, perché lì non faccio sconti a nessuno. Ma anche i media dovrebbero raccontare le cose sbagliate ma a anche quelle giuste, scevri da ogni indirizzo ideologico, perché il messaggio che passa tante volte è che siamo un popolo di cialtroni e non è così.”
“Dopo tutto quello che è successo credo ancora in Dio e lo ringrazio perché mi ha reso meno peggio di prima, apprezzo di più le cose semplici, ho ri-tirato fuori l’amore alla gente che avevo da giovane, sono diventato un assorbente di emozioni”
“Dopo la Quaresima c’è la Pasqua e io credo che ci siano un aldilà e un futuro in un percorso che noi rimasti vivi dobbiamo compiere in modo giusto e il vescovo mi aiuta ad indicare la strada alla gente, il senso di collettività a scapito dell’individualismo sfrenato, perché noi ricostruiremo la città ma la più grande preoccupazione è ricostruire è le macerie umane.”
“Un allenatore vince se ha una grande squadra ed io ho una grande squadra e un grande pubblico che è il popolo Italiano, speriamo che il presidente della mia squadra sappia investire le risorse necessarie per la rinascita”
“Quello che non perdono alla politica è di aver fatto cadere i simboli: questo dimostra la poca capacità di capire la psicologia delle persone. Il campanile, san Francesco e sant’Agostino dovevano essere messi in sicurezza subito, perché se cadono i simboli la gente perde il proprio riferimento storico e affettivo. Questa è una grande ferita e si è persa una grande opportunità per far capire che la politica era vicina alle persone.”
“Mi candido alla regione? Io mi candido a continuare nel mio lavoro di sindaco questo è il mio dovere, sul futuro, io ho sempre fatto l’allenatore di calcio, “domani è un altro giorno” come diceva Via col vento”
“Durante la Via Crucis che faremo io e il Vescovo di Rieti Venerdì Santo chiederò una cosa sola, che la mia comunità ragioni sempre in futuro da squadra, che si aiuti e questo sarebbe il più grande regalo.”
“Quando un mister mangia il panettone significa che già sta avanti, se poi mangia la colomba il campionato lo ha quasi finito, a Pasqua mangeremo la colomba e io questo campionato lo vinco.”
7 Aprile 2017