Una Chiesa bisognosa di una messa a punto
Regista, sceneggiatore, scenografo, direttore della fotografia, produttore cinematografico, in una parola, il cinema italiano, segnato, stupito e a tratti ferito dalla sua arte, premiata con riconoscimenti internazionali, dalla Palma d’oro a Cannes ai vari Leoni di Venezia. E’ un poeta, Olmi, un cantore dell’anima dell’uomo e del mondo, un cristiano interrogato dal mistero, dal destino, docile e insieme inquieto, mai domo. Pur restando il figlio di un ferroviere e una contadina. A Soul, uno speciale in due puntate a tu per tu con Ermanno Olmi, sabato 18 e sabato 25 alle 12.20 e alle 20.45.
“Io sono nato a Bergamo e non so che faccetta avessi dopo pochi mesi di vita, ma so che sicuramente già mi stavo divertendo dal fatto che quel luogo si chiamava la Malpensata. Per il contributo di mio padre sono metropolitano, per la figura di mia madre sono contadino: ho avuto la fortuna di vivere due realtà che in quel momento dividevano il percorso dell’umanità in due filoni. Si è cominciato nel ‘700 a capire che le macchine sarebbero state una grande possibilità di sviluppo, ma fra la civiltà industriale del progresso scientifico e la civiltà contadina, quest’ultima è una civiltà eterna. Mentre la civiltà industriale e scientifica è provvisoria, e cambia continuamente con il passare del tempo. Adesso c’è qualcuno che vuole rovinarci anche il rapporto con la civiltà contadina.”
“Quando mio padre è morto avevo 13 anni. Era un sano socialista come lo erano i ferrovieri di quel tempo. che rappresentavano il progresso con giustizia. Io lo ricordo nei due anni che rimase senza lavoro perché non aveva mai voluto iscriversi al partito fascista. Allora quando si andava a cercare lavoro ti chiedevano la tessera del partito. E mio padre è stato due anni senza lavorare, tanto che ricordo mia madre che gli diceva “ma ti rendi conto, che per una tua idea…”. Non era una sua idea bizzarra, era un ideale di dignità. Non voglio ora fare il santino di mio padre, ma se tutti avessero avuto questa dignità non ci sarebbe stato il fascismo.”
“Se in ogni autogrill d’Europa vendono lo stesso pane fatto con la stessa farina, c’è qualcosa che non va. Chi insidia questa civiltà contadina? Gli apparati di questa economia stupida, folle, che al momento ha anche una sua resa, ma che sulla distanza pagheremo un conto notevole. Per diventare ricchi, siamo diventati poveri.”
“Noi non potremo mai cancellare da noi stessi il fatto che siamo figli di questa natura, e che questa natura, e naturalità, è il nostro Vangelo. Tutta la cultura del mondo non è nulla in confronto alla cultura rurale. Che cosa ci ha affidato il grande artefice? Il giardino di Eden di cui dobbiamo prendere cura. Lo stiamo calpestando, e pagheremo i nostri errori. L’albero degli zoccoli è il battesimo di una nuova consapevolezza del valore della terra.”
“A volte ho l’impressione che viviamo sfasati, che esiste un determinato modello di vita che non corrisponde più al momento che stiamo vivendo. Il cardinal Martini ha detto che la Chiesa è indietro di 200 anni. Siamo tutti fuori fase! E come si fa recuperarla? Avendo il coraggio di confrontarsi con l’onestà, quindi con l’onestà dei nostri giudizi. C’è una battuta che conclude il film “Il villaggio di cartone”, un film un po’ ‘scalchignato’, ma dove si affronta il problema dei diversi, i migranti, che si rifugiano in una chiesa – intesa solo come edificio che li vuol cacciare… “o noi cambiamo la storia, o sarà la storia a cambiare noi”. Come lo cambiamo? Questo lo dobbiamo decidere insieme. Non ho la risoluzione, che non è nel dire “la ricchezza”, oppure “la libertà anarcoide”. Giorno dopo giorno bisogna recuperare il passo con la storia.”
Non è nei libri la salvezza. Noi ci accontentiamo di dire “io credo in tutto quello che è scritto in quel libro”. Ma è comodo e vile: dopo che hai letto e capito devi agire. Invece no, si passa a un altro libro. E di libro in libro…
“Sto lavorando a un film sul cardinal Martini: che sentiva il disagio di una Chiesa non al passo coi tempi, indietro di 200 anni, se non di 400, diceva lui…Una Chiesa bisognosa di una messa a punto. Perché le istituzioni religiose sono troppo spesso più indietro dei fedeli. E Martini negli ultimi istanti della sua vita, nella sua ultima benedizione ai collaboratori, ha avuto il coraggio di esprimere il dubbio. Ne sono convinto. Possibile, un cardinale, un teologo…? Eppure c’era nel suo sguardo quella domanda: “Cosa sarà? Ora che muoio…?” Nessuna angoscia. Dipende a quali modelli di Chiesa ci rifacciamo: che vanno dalla scioltezza di spirito e di modi di Bergoglio a quelli di chi ritiene che un appartamento lussuoso valga tanto e rassicuri…Non sarà più certo, anzi. Morire col dubbio: penso che questo sia cristiano. “Padre, perché mi hai abbandonato?”
“La guerra è un estremo e accade quando la capacità di giudizio non funziona più. E quindi si sposta il conflitto dal confronto di pensiero e approfondimento a quello di forza. Io sono più forte di te perché ho tanti carrarmati, cannoni, denaro, terra. Poi dietro alle guerre c’è sempre un forte interesse: io dispongo di cose che mettendole a disposizione di altri mi procurano ricchezza. Penso al film “Il mestiere delle armi”: il protagonista è un ragazzo di 28 anni, che a quell’età viene nominato dal papa suo parente capitano di tutti gli eserciti del vaticano…ma che roba è? Nella storia della Chiesa sono tante queste pagine disonorevoli, ma La Chiesa cattolica apostolica romana da parte sua, nonostante gli errori, mantiene il suo incarico di testimoniare la presenza di Cristo.”
“La mia malattia? E’ pesante, tante volte mi tocca contare i mali che mi sono capitati, uno ad uno… ma questa mia parte di sofferenza mi fa capire quale sia la sofferenza di quell’altro che ha problemi ben più gravi dei miei… Prendersela con Dio? No. Dio non è qualcuno che sta su per le nubi. Dio è tutto ciò che noi incontriamo nella nostra esistenza, compreso il male. Perché proprio nella Bibbia Dio richiamo l’uomo al proprio dovere di prendersi cura del giardino dell’Eden. E dà una raccomandazione all’uomo, un po’ sibillina: guai per l’uomo ad allungare la mano all’albero della vita. “Noi allora, (dice Dio: mostrando che non è soggettività ma relazione), nel bene e male lo impediremo, mandando un angelo dalla spada di fuoco”. Non può quindi esistere il bene se non c’è il male. Il Creatore dona all’uomo il libero arbitrio, la facoltà di scegliere il bene e il male. Quindi Dio, come creatore di vita, sangue, carne, luce, pani, mari e tutte le altre meraviglie, senza l’uomo non potrebbe essere Dio. “
“Preferisco essere discepolo che maestro. Martin Buber quando lo chiamavano in quel modo diceva: per favore, chiamatemi bidello. Chi è il bidello se non quello che sa tutto della scuola? Che apre e chiude le porte, che tira le orecchie ai monelli, il vero responsabile della scuola è il bidello. Quante cose sa il bidello!”
“Io non ho mai incontrato Papa Woytila. Quando ho diretto il Giubileo per esempio stavo dentro un pullman della televisione. Ho incontrato, non da Papa, Roncalli. Poi Montini. E il nostro Papa pianista dimissionario, Benedetto. Lui era felice quando suonava, anzi, è felice tutt’ora.”
“Fare l’amore non è peccato. È peccato farlo senza amore, è di una tristezza unica. È come voler mangiare anche se non hai fame: si compie un atto senza averlo atteso, immaginato, sognato, compiuto, senza lasciarne un ricordo bellissimo. Quindi fate l’amore ma fatelo bene, amando. Col sesso? Certo, è un modo altissimo, sublime, irripetibile, è una facoltà che tutti gli esseri viventi hanno per obbedire a una legge naturale del mantenimento della vita. Nel senso animale del termine, ma rispettosissimo.”
Speciale di Soul con Ermanno Olmi, sabato 18 e sabato 25 alle 12.20 e alle 20.45
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14 Febbraio 2017