Un poeta e il Monte Soratte
Si può dare del tu a una montagna ? Si può conversare con lei come si fosse vecchi amici ? La risposta non è nel vento, che pure da quelle parti spira gagliardo, ma nelle parole di un poeta vero come Claudio Damiani che le ha raccolte quelle parole nel recentissimo Ode al monte Soratte, pubblicato da Fuori linea in una raccolta magnificamente eccentrica di poesia contemporanea.
Damiani ha dalla sua una lingua fresca colloquiale ma che si concentra sulle cose grazie a parole mirate, giuste che isolano un’immagine, una riflessione, uno stato d’animo senza perdere il filo con la realtà che appunto risulta chiara, primaverile, nitida davanti agli occhi del lettore. La raccolta che nella prefazione cita doverosamente il capolavoro di Orazio che al monte Soratte dedicò uno dei suoi carmi più belli, è come un lungo discorso in versi sciolti, un colloquio libero, così libero che a volte è la montagna stessa a prendere la parola, a confidarsi a raccontare la sua storia di una lunga evoluzione che pare destinata all’eterno.
Impregnata di classicità la lingua di Damiani è quella che si può parlare tra amici perché riesce a ottenere la suggestione poetica grazie proprio a un’esattezza che si raggiunge senza quasi darlo a vedere, come se fosse la cosa più naturale e immediata, come quando appunto si parla guardandosi negli occhi e ci si accorge del miracolo di aver detto realmente quello che si aveva a cuore di dire. E se a guardarsi negli occhi ci sono un poeta e una montagna allora l’effetto è di un pezzo di mondo, di mondo vero al quale per qualche momento abbiamo infuso la vita dei nostri sentimenti.
Ecco qui di seguito il video
21 Aprile 2015