Come si possono sposare la sostenibilità ambientale per la salvaguardia delle risorse idriche, ecologiche e naturali assieme alla promozione dell’integrazione sociale con l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati?
Sociale ed artigianato eco-sostenibile nella splendida cornice di un ex Convento dei frati Camaldolesi risalente al 1600 d.C. Teresa, con una laureata in cooperazione internazionale ed esperienze di lavoro fuori dalla sua regione, nel 2016 assieme ad altri 2 soci fonda la Cooperativa per avviare un’attività di agricoltura sociale e offrire opportunità di formazione e inserimento lavorativo. La sede ristrutturata dell’ex convento è circondata da 2 ettari e mezzo di terreno con piante di ulivo, una coltura di zafferano, ortaggi biologici e tra le sue attività si dedica anche alla produzione di miele, un laboratorio di tintura naturale di tessuti, una sartoria artigianale e un Bed & Breakfast.  L’agricoltura sociale è quell’attività che impiega le risorse materiali e immateriali dell’agricoltura per promuovere o accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione. Di fatto, prima ancora di produrre cibo, si creando condizioni d’inclusione per fare in modo che attraverso l’attività agricola ed il contesto di lavoro e formativo in cooperativa, ci possa essere un miglioramento, un benessere della propria condizione. E quindi grazie ad attività di formazione rivolte a rifugiati e migranti, soprattutto nei settori olivicolo e dell’apicoltura Teresa e i suoi soci, attraverso l’aiuto di formatori esperti, contribuisce anche a offrire sul mercato del lavoro nuove professionalità.

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31 Gennaio 2020

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