Dopo la visita ad Auschwitz-Birkenau: abbiamo il dovere di propagare la pace
Oggi, 27 luglio, abbiamo visto per la prima volta Auschwitz e Auschwitz II- Birkenau. Difficile descrivere l’emozione che si prova ad entrare in un posto vuoto dove un tempo milioni di persone furono uccise per ragioni di religione, nazionalità, orientamento politico o sessuale e condizioni precarie de salute. Difficile descrivere un emozione che si traduce in un senso di vuoto e un lungo momento di riflessione.
Non si può giungere a una sintesi su Auschwitz. La cosa che ci ha colpito di più è stata lo scroscio dei passi dei tanti ragazzi che, come noi, erano in visita lì. Ci ha fatto pensare alle marce a cui i prigionieri erano costretti molti anni fa. I nostri passi erano quelli di persone libere che vorrebbero un mondo migliore, persone che portano la responsabilità di realizzare anche i sogni di quelli i cui passi condussero alla morte.
Dopo quest’ esperienza siamo subito andati alla festa degli Italiani. lì l’atmosfera era completamente diversa, ci aspettava una lotta per la sopravvivenza ma il discorso di papa Francesco e la musica ci hanno ricordato che in quanto giovani abbiamo un dovere e un potere, quello di cambiare le cose, in modo tale da non riprodurre gli orrori del passato che quello stesso pomeriggio ci hanno tanto emozionato. Il dovere di propagare pace anche se il mondo sembra gridarci che è più facile odiare. E in fine costruire ponti perché l’unione fa la forza. Ma dobbiamo anche divertirci, per noi e anche per tutti quelli che non lo fanno.
Yasmina, Federica e Ismela
Sette ragazzi, dai 16 ai 18 anni, inseriti in un gruppo diocesano italiano, partecipano alla Giornata Mondiale della Gioventù che si svolge dal 25 luglio a Cracovia.
I sette, muniti di smartphone attrezzati per le riprese, hanno il compito di raccontare la loro esperienza come “infiltrati” nel gruppo.
Sono impiegati come “narratori” della GMG e partecipano a tutti gli appuntamenti previsti dal grande evento ecclesiale, tra Cracovia, Czestochowa e Auschwitz.
#OhMyGod – Riflessione su Auschwitz