I vangeli sinottici lo chiamano Bartolomeo, e in quello di Giovanni è indicato come Natanaele. Di Gesù gli parla con entusiasmo Filippo, suo compaesano di Betsaida: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth”. Alla sua risposta carica di pregiudizi: “Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?”, Filippo risponde: “Vieni e vedi”. Quest’uomo in partenza diffidente è in realtà pronto all’adesione più entusiastica.

Alcune leggende, storicamente inattendibili, lo dicono missionario in India e in Armenia, dove avrebbe convertito anche il re, subendo però un martirio tremendo: scuoiato vivo e decapitato. Una leggenda ricordata anche nel Giudizio Universale della Sistina, dove viene raffigurato mentre mostra la pelle di cui lo hanno “svestito” gli aguzzini, e con i lineamenti del viso deformati dalla sofferenza. In quello stesso volto Michelangelo ci ha lasciato il suo autoritratto.

24 Agosto 2019