Le bisbetiche stremate che fanno ridere (e pensare)
Si dice che la risata riduca l’ansia e lo stress, metta in movimento almeno venti muscoli facciali prevenendo la comparsa di rughe sul viso, produca le endorfine che combattono la debolezza e le encefaline che rinforzano il sistema immunitario; inoltre il movimento sussultorio provocato dall’ilarità contribuisce a bruciare calorie. Insomma, il riso sarebbe un portento. Se tutto ciò fosse scientificamente provato allora si potrebbe ben affermare che fino al 12 febbraio al Teatro 7 di Roma si ha l’opportunità, non scontata di questi tempi, di vivere un’esperienza rivitalizzante grazie a Le bisbetiche stremate, uno spettacolo esilarante ma anche sorprendentemente edificante. Si ride per novanta minuti ma senza mai obnubilare la coscienza che viene allertata con sagaci e mordaci provocazioni su temi scottanti e quotidiani quali l’integrazione, l’inseminazione artificiale, il veleno delle “mormorazioni” e del pettegolezzo.
Il testo di Giulia Ricciardi (terzo step di una sorta di saga, la Trilogia stremata, dopo il successo di Parzialmente stremate e Stremate dalla luna) è nel suo genere sui generis e variamente articolato: contiene il classico canone della commedia degli equivoci contaminato con una dimensione paradossale, una spruzzata di thriller e una pennellata di risvolto etico. Ma soprattutto è intelligentemente costruito e cucito alla perfezione addosso alle peculiarità interpretative delle tre attrici in scena: la stessa Ricciardi, Federica Cifola e Beatrice Fazi. Gli ingredienti della commedia sono tutti sapidi e sapienti: tre amiche in vacanza rinchiuse in una stanza d’albergo, un cameriere dato tre volte per morto, una gravidanza problematica e plurigemellare, l’espressione «là sta il bar» scambiato per l’urlo terroristico «Allah Akbar», sonorità partenopee che evocano accenti arabi, il desiderio genuino di ricreare una famiglia tradizionale. A calibrare con precisione alchemica gli effervescenti temperamenti interpretativi ci pensa Michele La Ginestra, qui in veste registica, ma che avrà modo di esprimere la sua vis comica a maggio al Sistina in M’accompagno da me.
di Michele Sciancalepore, fonte Avvenire
13 Febbraio 2017