Martedì in seconda serata

Al processo creativo dello spettacolo Anatomia di un suicidio è dedicata la nuova puntata di Retroscena che vede protagonisti tra gli altri Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, autori, registi e animatori della compagnia Lacasadargilla. L’allestimento porta per la prima volta in Italia l’intenso, originale e spiazzante testo della drammaturga britannica Alice Birch che affronta il tema tabù del rifiuto della vita all’interno di una stessa famiglia di donne, e si interroga sulla possibile propagazione del dolore tra una generazione e l’altra. Questo e altro a Retroscena– I segreti del teatro, il programma di Michele Sciancalepore in onda su Tv2000.

La puntata si apre dietro le quinte e sul palcoscenico del Piccolo Teatro Grassi di Milano dove, accompagnati da Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, seguiamo le prove di Anatomia di un suicidio, che il collettivo artistico Lacasadargilla realizza con ben 12 interpreti sul palcoscenico. Lo spettacolo, che fa vivere il testo della drammaturga Alice Birch, nuovo talento della scena britannica, conosciuta anche per i suoi lavori nel cinema e in serie di successo, racconta su tre piani temporali paralleli la storia di tre donne (interpretate da Tania Garribba, Petra Valentini e Federica Rosellini) unite da legami parentali e legate dal medesimo rifiuto per la vita, a cui giungono attraverso personali vicissitudini, tra gioie, dubbi e soprattutto dolori. Con una domanda fatale a cui è sollecitato a riflettere lo spettatore: il dolore si può trasmettere di generazione in generazione come fanno i geni con il DNA? Insieme alle tre protagoniste si muove un nugolo di altri nove attori chiamati a spartire lo stesso palco e la stessa scena, ad ascoltarsi cercando di non sovrapporsi in un coraggioso esperimento scenico; una complessa composizione orchestrale che, vista l’inedita messa in scena e la mancanza di un precedente di riferimento, ha spinto il duo Ferrazzo Natoli/Ferroni a inventare un metodo di lavoro che portasse al risultato finale: “Gli attori dovevano riempire pause, dilatazioni e io e Lisa ci chiedevamo continuamente: diamo loro più ore di memoria oppure procediamo col montaggio delle scene? Alla fine abbiamo deciso di tenerci al guinzaglio come registi e dare più spazio al rodaggio della memoria collettiva e psichica” confida Alessandro Ferroni. “Questo insolito testo della Birch – conclude Ferrazzo Natoli – è stato amore a prima vista perché, al di là degli atti di suicidio che ovviamente ci destabilizzano, ciò che prevale nell’opera è lo struggimento per la vita”.

Al termine della puntata non mancheranno due appuntamenti consolidati, quello con la “sand artist” Gabriella Compagnone che anche quest’anno realizza in esclusiva per Retroscena le sue emozionanti creazioni sulla sabbia e, infine, l’altrettanto ormai storica rubrica CheTeatroFa, la mappa degli appuntamenti e delle “temperature” teatrali più significative della nostra penisola in stile Meteo.

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12 Aprile 2023

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  • Il libro di Retroscena