Milano, sarte detenute nel carcere di San Vittore
La Sartoria San Vittore, a Milano è una realtà consolidata di produzione di abbigliamento etico. Il laboratorio è una realtà unica nel suo genere, perché è anche un negozio aperto al pubblico: sei dipendenti, donne, detenute o ex detenute delle strutture carcerarie Bollate e San Vittore. A gestire il laboratorio Ida Piermarini, Luisa della Morte e la stilista Rosita Onofri, che è anche presidente della Cooperativa Alice, da cui deriva la Sartoria. Abiti da donna, cuciti in laboratorio e venduti nel negozio adiacente. Accanto ai vestiti ci sono le t-shirt dei “Gatti Galeotti”, altro marchio prodotto in carcere. Ma da poco la Sartoria San Vittore con le sue lavoratrici-detenute, hanno dato vita ad una piccola rivoluzione: cuciono le toghe per i Magistrati. L’idea di far cucire le toghe a chi è dietro le sbarre è di Giovanna Di Rosa, magistrato del Csm. Aveva una toga bisognosa di riparazione, si è ricordata delle detenute che producevano un’importante collezione di moda e ha portato la toga scucita a un convegno sull’economia carceraria. Soddisfatta del risultato, ha promosso il servizio fra i colleghi e adesso le detenute della Sartoria cuciono anche 40 toghe al mese.
13 Maggio 2016