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È Erri De Luca l’ospite della puntata di “SOUL”. A colloquio per trenta minuti con Monica Mondo, lo scrittore parla del suo amore per la scrittura, per la montagna e per la chitarra e racconta gli anni vissuti da militante della sinistra rivoluzionaria. “La mia generazione era contemporanea alle rivoluzioni del mondo – dice -, poi si è dissolta. Ha reso il mondo migliore? E’ stato meglio, per me, che il Vietnam si sia reso indipendente con una lotta, che gli operai si siano potuti permettere delle libertà in fabbrica che prima non c’erano”. Nell’intervista trova spazio anche un commento relativo al processo a cui è sottoposto proprio in questi giorni. Accusato di istigazione a delinquere per aver detto nel 2010 “La Tav va sabotata”, De Luca spiega: “La parola sabotaggio in qualsiasi dizionario significa non solo danneggiamento materiale, ma anche ostacolare, impedire. Si sabota un disegno di legge, con lo sciopero si sabota la produzione… Incriminarmi per una parola detta sabota il mio diritto di parola contraria nei confronti della pubblica autorità di questo paese. Sono figlio di un secolo che ha onorato la parola, per cui molti scrittori sono stati incriminati e uccisi”. Parlando ancora di Tav e di proteste, il poeta napoletano effettua una previsione: “quell’opera cadrà, ma con le parole, con la voce, perché con la voce sono cadute le mura di Gerico, da sole”. Nel racconto inedito e appassionato di sé, della sua vita e del suo “essere di Medit” (ovvero cittadino del Mediterraneo, “fenicio, greco, turco, barbaro, spagnolo, maltese, …che miscuglio di ingredienti inestricabile della storia circola nel mio sangue”), De Luca parla anche di Dio: “L’ateo è qualcuno che ha escluso il divino non solo da se stesso, ma pure dagli altri. Io sono non credente, per evidenza. Ci dialogo con il divino, perché sto al participio presente “non credente”, ovvero continuamente non credo, adesso.”

31 Gennaio 2015