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“Possiamo ridurre le spese ovunque ma non risparmiare sull’addestramento e la formazione al meglio dei nostri soldati”. Lo dice a SOUL il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano, nell’intervista a Monica Mondo andata inonda sabato 25 aprile 2015 su Tv2000. “Il Libro Bianco della Difesa presentato al Ministro Pinotti in questi giorni dimostra che siamo in una fase di trasformazione che è stata avviata ormai da tempo. La crisi economica è forte e noi italiani, anche in quanto militari, dobbiamo dare il nostro contributo. Il Libro Bianco ha lo scopo di disegnare un cambiamento, ma anche le priorità, far capire ai cittadini le nostre esigenze, cioè l’efficienza e il rafforzamento delle Forze Armate.” A colloquio con Tv2000 nel giorno in cui ricorre il settantesimo anniversario della Liberazione d’Italia, il generale Graziano parla di pace, di sicurezza e di identità nazionale. “Patria per me è l’elemento di sostegno alla credibilità di un paese. Un sentimento da difendere e tutelare, che evidentemente le vicende del fascismo e della seconda guerra mondiale avevano oggettivamente, e anche umanamente, messo in discussione. – spiega -. Ma c’è stata una riappropriazione di questo sentire, e la partecipazione agli eventi di memoria storica di questi ultimi anni è stata emozionata e forte”.
A servizio dell’Esercito sin da ragazzo, il Capo di Stato Maggiore della Difesa riflette sullo scenario, sempre più globale, in cui si colloca l’operato delle Forze Armate. “La Costituzione è molto chiara – dice -, esistiamo per difendere la pace e la sicurezza mettendo in atto le decisioni assunte dalla comunità internazionale”. E’ questo il senso delle missioni che ha guidato, sotto l’egida delle Nazioni Unite, in Mozambico, Afghanistan, Libano. “No so se c’è una via italiana al peacekeeping – puntualizza – ma è vero che abbiamo sempre lasciato un ricordo di imparzialità e di umanità”.
Tra le sfide più recenti che le autorità militari devono affrontare, spiega Graziano, c’è quella con “il Califfato, che vuol trasmettere paura, anche con una sofisticata azione di informazione”. “Non dobbiamo raccoglierne la paura, ma neppure sottovalutarlo. Il problema – dice – va affrontato insieme agli altri paesi, condividendolo con la maggioranza del mondo musulmano, in primis la lega Araba.”

27 Aprile 2015