Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, racconto inedito a #Soul
Nell’intervista di Monica Mondo lo studioso della Bibbia, saggista, comunicatore instancabile, Consultore del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani secondo il volere di Papa Francesco, è innanzitutto un monaco, un fondatore. Piemontese verace, dopo la laurea in Economia sceglie l’eremitaggio sulla serra di Ivrea, dove accoglie i primi compagni che lo aiutano a ristrutturare una pieve romanica, e ad aprire una casa, un convento ecumenico, luogo di pace e di incontro per cristiani di diverse confessioni. “Sono un uomo che viene dalla campagna e che ha avuto l’avventura di poter ascoltare tanti uomini, tante culture, tante persone nelle realtà più diverse: realtà umane, religiose, culturali e devo dire che questo ascolto mi ha plasmato. Sono nient’altro che un po’ di ascolto di altri.” “La mia Comunità è un monastero dove degli uomini e delle donne tentano, lo sottolineo, tentano di vivere il Vangelo, perché nessuno può dire che lo vive”. “L’obbedienza è innanzitutto obbedienza e se stessi e a ciò che uno è, ci vuole molta capacità di aderire alla realtà per essere obbedienti …Nella misura in cui l’obbedienza edifica una persona la rende più libera, la rende più se stessa, non è contro la libertà, non è una mortificazione, è qualcosa che permette a uno di stare meglio nella sua pelle, di sentirsi a suo agio, e questa è un’esperienza di grande consolazione interiore.” E poi nell’intervista di Monica Mondo aggiunge:“Per me maestro è colui che insegna, nel senso che fa segno, dà un orientamento, non chiede, non obbliga, non impone. Ecco, io ho sempre incontrato persone che mi hanno fatto segno, che hanno avuto fiducia in me e che erano affidabili a tal punto che io potevo mettere fiducia in loro.”
3 Maggio 2015