Lia Levi, giornalista e scrittrice
Mezz’ora di intervista faccia a faccia in cui Lia Levi, giornalista e scrittrice, autrice così raffinata da saper scrivere per adulti e bambini, con libri premiati dalla critica e indimenticabili per i lettori, si racconta. Piemontese di origine ebraica, condivide la storia dolorosa del suo popolo. Una bambina, che ha preso coscienza di essere ebrea quando le hanno impedito di frequentare la scuola, quando ha dovuto nascondersi per salvarsi in un convento di suore. E questa coscienza ha segnato le sue scelte e la sua vocazione, di narratrice, per far vivere la memoria, e di giornalista, perché la memoria ha senso se si trasferisce al presente, e sempre, anche nei nostri democratici tempi, essere ebrei è un marchio, un pericolo, l’identificazione tra ebraismo e Israele il pretesto sempreverde per l’antisemitismo che continua a serpeggiare ed è rinfocolato dal terrorismo islamista. Per anni direttrice del giornale Shalom, dopo l’uomo che l’ha fondato ed è diventato suo marito, Luciano Tass, un intellettuale che ha studiato a fondo la questione ebraico palestinese, che ancora oggi è la madre di odi e diffidenze, oltrechè polveriera continua di guerre in tutto il Medio Oriente. Lia Levi, che fin da bambina voleva fare la scrittrice, firma oggi Questa sera è già domani, tra i libri presentati allo Strega di quest’anno, che è la storia riletta e trasfigurata proprio di suo marito, recentemente scomparso. La storia di un bambino, in una famiglia genovese di piccola borghesia, che scopre di essere ebreo, diverso, mentre il tran tran quotidiano continua, apparentemente uguale, e tutti fingono che nulla accada, che fascismo e poi guerra finiranno, che gli italiani siano brava gente e non seguiranno i tedeschi nella discriminazione e nella soluzione finale…Solo un bambino vede davvero, e capisce la realtà. Anche se ”i provvedimenti contro gli Ebrei continuavano a cadere a scansione lenta come quei goccioloni radi, ma già carichi, che preludono la tempesta”. E la tempesta arriva: e sparuti e impauriti i figli dei figli di Abramo prendono la via dell’esilio, passaggi segreti tra i monti verso la Svizzera, dove accamparsi chiedendo pietà e asilo. Eppure il titolo di questo romanzo di formazione, e di questo romanzo storico, si riferisce certo alla vigilia del sabato, che è già profezia della festa, e evoca la sera, ovvero il varco della notte più buia della nostra storia. Ma insieme anticipa con la parola domani la speranza: per questo Lia Levi testimonia nelle scuole, incontra e dialoga con tanti ragazzi, i suoi interlocutori privilegiati, a cui chiedere di costruire un mondo migliore. Il passato non è poi così lontano, e la storia insegna.
11 Giugno 2018